I sentieri delle prealpi cancellati dalla tempesta

Martedì 13 Novembre 2018 di Giovanni Carraro
I sentieri delle prealpi cancellati dalla tempesta
In molte zone della montagna Trevigiana la rete sentieristica è compromessa. Danni maggiori alle quote più elevate. Alle 18 di quel terribile 29 ottobre si è scatenato un inferno in tutta la montagna veneta. Le fortissime raffiche di vento di scirocco hanno colpito non solo l'area Bellunese, ma anche la dorsale prealpina trevigiana, causando danni ai boschi e alle strutture abitative, generalmente alle quote più elevate. Alcune zone sono state colpite seriamente, altre sono state risparmiate. Il vento si è incanalato lungo specifiche rotte con raffiche che hanno superato i 200 km/h. Ecco una panoramica sulle condizioni dei boschi e della rete sentieristica nelle Prealpi meridionali.
 
DANNI INGENTI SUL VISENTINIl Col Visentin ha avuto danni assai consistenti alle quote maggiori. Le immagini delle devastazioni al rifugio 5° Artiglieria Alpina e ai tralicci delle telecomunicazioni sul Col Toront, piegati come fossero filo di ferro, hanno fatto il giro del web. «A fondovalle i fenomeni si sono registrati a San Floriano, Laghi Blu, Piana degli Alpini e anche a Fadalto Alto dove ho subito lo scoperchiamento del tetto della mia abitazione», spiega Giacomo Mognol, originario della Val Lapisina. «Il vento è stato fortissimo, tanto che ho saputo che al casello dell'autostrada gli strumenti hanno registrato raffiche di 205 km/h. In quota i danni maggiori si registrano attorno a Borgo Brigola e al Col Desagne, in località Pianon e sul sentiero del Verdil dove sono caduti centinaia di grossi alberi». Anche oltre il confine di Sella di Fadalto i danni sono ingenti, lungo il sentiero 950 che sale da Santa Croce del Lago, soprattutto in località Coldìgoi, Bastés e Poiatta.
IL CESEN SERIAMENTE COMPROMESSOSpostandoci verso il Monte Cesen, nel territorio di Valdobbiadene, si riscontrano danni alla pari del Visentin. È indicativo ciò che è accaduto alla croce di vetta posta a 1570 m di quota, spezzata come un fuscello. Leggendo i dati archiviati dall'anemometro in loco si rileva che nel tardo pomeriggio del 29 Ottobre il vento ha soffiato con raffiche fino a 194 km/h, ecco la spiegazione. «Tutta l'area attorno alla vetta del Cesen è impraticabile», racconta Adorno Rebuli, gestore del ristorante Stella Alpina di Pianezze di Valdobbiadene. «Il vento si è abbattuto specialmente sui versanti meridionali del comprensorio, dai 1000 metri di quota in su. Al di sotto invece la situazione è un po' meno preoccupante, solo qualche albero di traverso come ad esempio lungo la strada Altena che sale da Ron di Valdobbiadene. Come nell'area del Fadalto, la rete sentieristica del Cesen è seriamente compromessa. Il sentiero delle 72 storte, il sentiero dei Narcisi, la Val de Maria e molti altri sono totalmente invasi da abeti sradicati dalla furia del vento. Il peggiore è il Trodo dei Much dove non c'è più nemmeno un albero in piedi ed il sentiero è scomparso. Fortunatamente le strutture edilizie non hanno subito danni ingenti, a parte l'agriturismo Balcon il cui tetto è stato scoperchiato».
DISCONTINUITÀ IN ALTRE ZONEIl Pizzoc è stato colpito a macchia di leopardo. Se sul versante Lapisino i sentieri sono rimasti pressoché intatti, ben diversa la situazione verso l'Agnellezza, sul sentiero del Bracconiere, sulla Direttissima e sul Sentiero della Terra Nera dove gli alberi sradicati dal vento hanno ostruito parte dei tracciati. Cison di Valmarino è stato risparmiato solo alle quote minori, mentre in alto nella zona della forcella dei Bomboi e verso il bivacco Vallon Scuro vi sono alberi di traverso ovunque.
Stessa cosa sul Passo San Boldo, dove la situazione peggiore si riscontra in località Campo e sul versante che sale alla Caldella, Monte Cimone e alla Cisa. La Val del Carmine a Miane è praticamente intatta, fatto salvo per una decina di alberi abbattuti in quota, così come in Val Caldanè di Guia i danni sono limitati. Meglio invece sulle colline sub prealpine, come ad esempio le Vedette tra Soligo e Col San Martino e le altre piccole montagne. Considerevoli problemi invece a Praderadego, lungo il sentiero 991 che sale al Col de Moi dove sono accatastati uno sull'altro centinaia di abeti mentre a Combai qualche difficoltà appena sopra la Strada de la Fan e sul sentiero 992. A Revine i danni maggiori sono in tutta l'area di Pian de le Femene e alla Posa, mentre alle quote più basse, come altrove, i sentieri sono praticabili. Infine, nell'estremo settore orientale delle Prealpi, a Stevenà, pochi disagi a parte le quote maggiori verso il Cansiglio.
Ultimo aggiornamento: 14:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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