SALGAREDA (TREVISO) - Goffredo Parise l'aveva scelta nel 1970 perché diceva di voler stare quasi dentro la pancia del fiume. Ma oggi la Casetta rosa, chiamata nei...
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LA GOLENA
La golena di Salgareda, quel Veneto rurale che Parise amava tanto, e l'acquisto della casetta nel 1970. Bisogna venire qui per sentire davvero il respiro di Parise. Uno che aveva scelto la vita nella periferia del fiume. A contatto con la natura e con le sue incognite. Perché si definiva un Veneto di terra, uno che di questa regione amava la parte fisica, involuta. Ci viveva solo, quando ci veniva, con i suoi libri, i suoi contadini e i rumori degli animali fuori. Poi la morte, la fama dei luoghi legati alla sua produzione letteraria. E un proprietario sensibile che ha reso la casetta delle fate un santuario di letteratura e musica, adagiato sulle rive del fiume. «Da quando ho acquistato la casetta è la 4^ volta che subiamo un'esondazione - racconta Vidotto - sappiamo che le regole dell'area golenale sono queste. Ma in genere il livello arriva ad un metro. Questa volta la velocità e l'entità ci hanno trovato impreparati».
Le foto scattate dal drone restituiscono un'immagine surreale: un grande lago di fango e, tra gli alberi, il tetto della casetta rosa. «Domenica l'allerta è scattato verso le 15. Allora ho iniziato a spostare al piano di sopra gli oggetti più importanti: ho sempre consapevolmente tenuto scritti originali, i quadri di Giosetta Fioroni, ultima compagna dello scrittore, le foto autografe e molti doni, all'interno della casetta - prosegue -. Il visitatore deve poter cogliere l'atmosfera». In genere la precauzione di spostare tutto al piano superiore ha sempre garantito la messa in salvo del materiale. «Questa volta la Protezione civile ci aveva allertati sull'eccezionalità. Avevamo chiamato un camion per poter spostare tutto il materiale, inclusi i mobili originali altrove». Ma quando sono arrivati in golena con il mezzo, si sono trovati davanti ad uno spettacolo irreale. «L'acqua era già salita: impossibile entrare». Alle 17 l'esondazione segnava già 10 metri: la zona era stata evacuata e a tutti veniva impedito di avvicinarsi. «Con la disperazione negli occhi, dall'argine, abbiamo visto il volume dell'acqua salire. La casetta è andata sotto di 2 metri, il doppio rispetto alle altre esperienze». Rabbia, impotenza, disperazione.
L'ATTESA
Il Piave, ad un certo punto però si è fermato. Il livello dell'acqua ieri è sceso di 2,5 metri. Ma in golena ancora è impossibile transitare. E per tutta la giornata la casetta appariva adagiata nell'acqua, sospesa in un ammollo silenzioso. «Forse questa mattina il livello defluirà definitivamente e potremo quantificare i danni». Intorno fango, mota, oggetti di risulta portati dalla furia delle onde. E davvero poche speranze per l'archivio Parise. Forse questa volta gli oggetti minimi dell'ultimo Parise sono stati definitivamente riconsegnati al fiume.
Elena Filini
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Il Gazzettino