Maltempo, cade una trave in legno per il vento forte e ferisce il pasticcere sulla schiena

Federico Luni, noto pasticcere di Padova, stava bevendo un aperitivo con alcuni amici quando è stato sorpreso da terribili raffiche: una trave gli è crollata addosso

PADOVA - Se l’è cavata con un livido sul torace, un paio di costole indolenzite e una ferita sulla schiena, ma poteva andare peggio. Lunedì sera Francesco...

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PADOVA - Se l’è cavata con un livido sul torace, un paio di costole indolenzite e una ferita sulla schiena, ma poteva andare peggio. Lunedì sera Francesco Luni, titolare insieme alla sorella Federica della storica Pasticceria Estense di Padova, si trovava al Pier 88 per bere un aperitivo con alcuni amici quando, all’improvviso, si è trovato in mezzo a un inferno. Le forti raffiche di vento si sono abbattute sul plateatico del locale, arrivando a sradicare una delle travi che circondano l’area esterna. Luni, che cercava riparo sotto la tensostruttura, è stato travolto da un palo in legno.

Il racconto

«È accaduto tutto nel giro di cinque minuti - racconta Francesco Luni - stavo bevendo un aperitivo quando è arrivato un vento devastante. Si è alzata un’ondata di polvere dall’argine, i pioppi hanno iniziato a piegarsi su loro stessi. Assieme ad altre persone siamo corsi a ripararci sotto una copertura, ma le folate di vento non ci lasciavano tregua. La struttura esterna ha cominciato a oscillare, io non sapevo cosa fare. Istintivamente mi sono accovacciato, piegandomi su me stesso, anche per proteggere il mio cane tra le gambe. È stata questione di secondi, poi mi è caduta addosso la trave e mi ha colpito la schiena. Ho sentito un gran colpo, ma mi sono ripreso immediatamente. Probabilmente merito della tensione e dell’adrenalina del momento». Il giovane, noto anche per essere vincitore nella categoria panettone tradizionale del concorso “Miglior panettone del mondo” organizzato dalla Federazione Italiana Pasticceri Gelatieri, è stato poi raggiunto dai titolari del Pier 88. «Dal bar sono subito venuti a chiedermi se stavo bene, erano pronti a chiamare i soccorsi ma io ho rifiutato - ammette Luni - alla fine ho preferito tornare a casa, dove mi ha medicato un amico dottore. Ho preso una gran botta, ancora adesso sento dolore, ma il dovere chiama e non mi sono certo fermato. Non ho saltato un’ora di lavoro. Essendo un imprenditore, titolare di un’attività, so che sono cose che possono capitare e non voglio demonizzare in alcun modo gli amici del Pier 88». Luni, ora, si ritrova con un’abrasione superficiale (nonostante la maglietta che indossava), lividi e dolori. «Non oso immaginare se al posto mio ci fosse stata una ragazza esile. La trave poteva anche colpirmi in testa». A seguito dell’evento, nelle ore successive, il locale è rimasto chiuso per permettere le operazioni di rimessa in sicurezza. Oggi, 6 luglio, il Pier 88 apre come di consueto.

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Il Gazzettino