Stroncato da un malore a 56 anni: i disperati tentativi del figlio per strappare Umberto alla morte

Umberto Longhi
LOZZO ATESTINO - Si sdraia in divano e muore d'infarto: il figlio trova il padre senza vita al rientro da cena. La tragedia si è consumata mercoledì sera, 27...

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LOZZO ATESTINO - Si sdraia in divano e muore d'infarto: il figlio trova il padre senza vita al rientro da cena. La tragedia si è consumata mercoledì sera, 27 aprile, verso le 20.30, quando Umberto Longhi, 56enne di Valbona, è stato colto da un malore fatale mentre guardava la tv. «Lo faceva tutte le sere, prima cenava e poi si rilassava un po' - racconta sconvolto il figlio Giacomo - mia nonna lo ha visto per l'ultima volta alle 20, poi un amico gli ha scritto alle 20.45, ma papà probabilmente non c'era già più». Tornato verso le 23.30 da una pizza con un amico, Giacomo lo ha trovato privo di vita, disteso e immobile; ha disperatamente provato a rianimarlo attendendo i soccorsi, che hanno potuto solo constatare il decesso. Accanto a lui al momento della morte c'era solo il fidato cane Dexter. Secondo il figlio, deve essersi trattato di un infarto improvviso, che non ha permesso a Longhi di chiamare il 118 o avvertire qualcuno. Un fulmine a ciel sereno, considerato che la giornata di Umberto era iniziata bene e terminata altrettanto serenamente: era felice per il sole e il tepore primaverile e aveva portato la motocicletta - sua grande passione - alla revisione.

LA PASSIONE PER LA MOTO
Ricorda Giacomo: «Mi aveva mostrato l'orto e aveva sorriso soddisfatto davanti ai carciofi e i fagioli. Papà era sempre attivo e si dava da fare su molti fronti». Umberto lavorava da anni come responsabile acquisti per conto di una ditta che produce piattaforme aeree su commessa; assieme ai colleghi di sempre stava pensando di dare vita ad un nuovo progetto aziendale e ora, passata la pandemia, sembrava il momento buono per mettere i ferri in acqua. Un tempo, si era dedicato da autodidatta all'informatica, comprando libri e imparando a programmare software; una passione che continuava a coltivare, alternandola alle lunghe gite in motocicletta con gli amici. «Anche se papà era piuttosto taciturno ed introverso, aveva intuito che non stava bene dedicarsi troppo ad attività solitarie - prosegue Giacomo - e così si era innamorato della moto. Stare con nuovi amici gli faceva bene e aveva ritrovato un po' il sorriso».


Umberto aveva divorziato dalla moglie qualche tempo addietro, un evento che gli aveva procurato non poco dolore. Da allora, non era più riuscito a trovare una dimensione affettiva stabile sino all'incontro con una signora emiliana con la quale c'era un feeling più profondo. Le vicissitudini e gli ostacoli della vita li avevano separati qualche mese fa, ma i due erano rimasti in buoni rapporti. Umberto Longhi non soffriva di particolari patologie, a parte un po' di ipertensione e qualche chilo in più accumulato nell'ultimo anno e mezzo: «Si era messo a dieta perché temeva per la sua salute - conclude Giacomo - Non avrei mai immaginato che papà sarebbe venuto a mancare così improvvisamente». I funerali si terranno sabato, 30 aprile, ore 9.30, in chiesa a Valbona.
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Il Gazzettino