CASARSA - Un improvviso malore, la corsa disperata all'ospedale di Pordenone e infine il decesso. La morte di Renza Ciot ha lasciato sgomento in due comunità: quella di...
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IL RICOVERO
Quello che inizialmente si pensava potesse trattarsi di un mancamento, dovuto magari al caldo o a un periodo di stress, si è trasformato in un dramma. La donna, incosciente, è stata trasferita all'ospedale di Pordenone dov'è stata accolta in condizioni disperate nel reparto di Terapia intensiva. È morta giovedì alle 12. II decesso sarebbe avvenuto a causa di un'aritmia cardiaca. Il marito non riesce a darsi pace: «Non ha mai avuto problemi di salute, è assurdo quello che è successo. Medici e infermieri hanno cercato di fare il possibile per salvarle la vita, ma purtroppo non ce l'ha fatta». Una persona conosciuta e benvoluta, che ha sempre saputo distinguersi per competenza e passione in quello che faceva.
IL LAVORO
Da 32 anni Renza Ciot era alle dipendenze del Comune di Casarsa, dov'era impiegata nell'ufficio Personale. Un lavoro che ha sempre svolto con passione e professionalità. Giovedì pomeriggio, una volta che la notizia ha cominciato a diffondersi tra gli amici, i conoscenti e i colleghi, in Municipio sono arrivate tantissime telefonate. Anche di dipendenti di altri comuni che hanno avuto il piacere di lavorare con lei e di apprezzarne le qualità. «Era una persona buona d'animo e sempre disponibile», dice il marito Luigi Gambellini, conosciuto per il suo attivismo nel Movimento politico Acuile dal Friul. Dopo il rosario di ieri sera, oggi pomeriggio, in Abbazia, saranno celebrate le esequie. L'ultimo saluto ad una donna dal sorriso contagioso, che ha sempre creduto nei valori della famiglia, dell'amicizia e del lavoro. Oltre al marito, Renza Ciot lascia i fratelli Romano ed Eris, le cognate e i nipoti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino