PORDENONE - Di Ema, il piccolo guerriero circondato da tanto amore, ne avevamo parlato lo scorso dicembre su Il Gazzettino. Era impossibile non accorgersi di quel diario che il...
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MALATTIA RARAAndrea e Cristina, i genitori che ogni giorno gli sono accanto, hanno scritto una lettera al Gazzettino per «due motivi estremamente importanti. Il primo è che la situazione di Ema è molto complicata, visto che pare non esserci letteratura medica per quello che sta vivendo: i casi in tutto il mondo sono 3, uno ogni 2,3 miliardi di persone. E noi vorremo, come ogni genitore vorrebbe per il proprio figlio, che per Ema fosse fatto tutto il possibile e interpellato ogni possibile aiuto di tutto il mondo medico, ovunque si trovi. Spesso noi genitori di bambini con malattie rare, oltre a sentirci impotenti ci sentiamo solo a combattere una guerra subdola, vigliacca e terribilmente ingiusta». Ema è ricoverato nel reparto diretto dal professor Ugolino Livi. «Ci sono moltissimi medici, infermieri, oss che lo seguono, lo aiutano, lo incoraggiano, gli tengono la mano e lavorano per dargli la possibilità di tornare a casa - raccontano Andrea e Cristina - e di questo vogliamo ringraziarli tutti».
L'APPELLOIl secondo motivo, altrettanto importante, è che i genitori di Ema vorrebbero che «venisse amplificato il più possibile il valore della ricerca per le malattie rare. Vorremo che nella stampa, televisioni, radio, scuole, palazzetti, stadi, chiese ci fosse un momento per tutti questi bambini che non hanno mai avuto la fortuna di rincorrere un pallone, fare un canestro, correre con la bicicletta. Vorremo che se ne parlasse il più possibile perchè purtroppo i pochi casi normalmente non sono così interessanti dal punto di vista economico per le case farmaceutiche. E spesso questi malati vengono messi in disparte. Ma si deve sapere che ci sono molti, troppi bambini che soffrono, lottano, piangono però vogliono vivere e hanno il diritto di poterlo fare. Centinaia di persone, spesso sconosciute, ogni giorno pregano, scrivono, chiamano. Mandano energia, luce, forza e stanno vicino ad Ema e noi vogliamo ringraziarle tutte». Andrea gioca a basket: un pilota di Rally ha corso con l'adesivo Forza Ema; molte squadre di Pordenone, Udine e Trieste hanno fatto avere ad Ema le magliette con le firme dei giocatori. Domenica scorsa al Palazzetto di Pordenone lo speaker ha coinvolto tutti gli spettatori e tutti insieme hanno urlato Forza Ema.
Susanna Salvador Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino