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COLLE UMBERTO (TREVISO) - Cordoglio a Colle Umberto per la morte del conte Filippo Lucheschi. Aveva 86 anni. Si è spento lunedì per malattia e lascia la moglie Maria Giovanna, i figli Guido e Francesca con il marito Francesco Serena, i nipoti Giovannella, Maria Vittoria, Filippo, Bianca e Pietro. Il funerale si tiene sabato, alle 10, nella chiesa di Colle Umberto. Per volontà della famiglia, non fiori ma eventuali opere di bene a favore del Cro di Aviano.
Direttore generale
Nato e cresciuto nella casa di famiglia in località Valforte (suo papà era il conte Pier Luchesco), il conte Lucheschi ha trascorso buona parte della sua vita a Trieste.
Il ricordo
«Appena ha potuto – ricorda la figlia Francesca – papà ha fatto ritorno a Colle Umberto a cui era legato per la tranquillità, per l’amore per la campagna e per i suoi vigneti. Era un bravissimo enologo e un grande esperto di vini». Come padre e come nonno è stata una persona «molto dolce e molto generosa – sottolinea la figlia -, con dei grandi valori. Era un grande amante della famiglia e dei nipoti». La passione per il vino e per la campagna ha sempre contraddistinto la sua vita. «Riconosceva il buon vino dall’odore: aveva una grande predisposizione in questo. Infatti è diventato una grande dirigente» ricorda. Oltre alle vigne, la passione per la montagna. «Adorava San Candido dove andava ogni volta che poteva. Era un grande amante dei boschi, dove andava a passeggiare, e un grande amante dei bassotti, con cui faceva sempre le sue passeggiate» le altre passioni ricordate dalla figlia.
La notizia della morte del conte Filippo Lucheschi si è subito diffusa nella sua Colle Umberto, dove in tanti lo ricordano con affetto e stima. «Il dottor Filippo Lucheschi era una persona affabile – il ricordo tracciato dall’ex sindaco di Colle Umberto Edoardo Scarpis -, sempre disponibile e interessata soprattutto al territorio. Ci teneva molto, per quel che l’ho conosciuto, al territorio e all’ambiente. Era un cultore dell’ambiente: mi ha impressionato il modo che aveva di mantenere la sua campagna e la sua proprietà e voleva che anche gli altri fossero così attenti».
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