Piazzola sul Brenta. Il piccolo Giovanni malato, servono 116 mila dollari per operarlo. Anche Luca Zaia per la raccolta fondi

L’appello di mamma Erika: «Ringraziamo le tantissime persone che ci hanno aiutati, ora serve ancora uno sforzo»

Il presidente Luca Zaia con il papà di Giovanni, bimbo affetto da rara malattia
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PIAZZOLA SUL BRENTA - «Il conto alla rovescia è cominciato, per la partenza, ma soprattutto per raggiungere la cifra di 116.820 dollari per permettere a Giovanni di essere operato come prefissato il 16 novembre prossimo». Le parole sono di mamma Erika Molinarolo, per il suo piccolo-grande Giò, 6 anni il tre novembre prossimo, che è nato senza la tibia della gamba destra per una rara malattia, la Emimelia tibiale, ma che grazie ad un’ampia mobilitazione ha potuto cominciare il percorso di cura evitando innanzi tutto l’amputazione dell’arto. Uniche cure possibili nella clinica americana di Dror Pailey, ovviamente pagando intervento, riabilitazione e permanenza negli Stati Uniti. Necessitano 120mila euro, ne sono già stati versati 60mila. Così mamma e familiari che vivono a Piazzola sul Brenta, loro malgrado, chiedono una ulteriore collaborazione, con grande umiltà.

A Villa Contarini c'era anche Zaia

Nei giorni scorsi in occasione di una manifestazione a Villa Contarini, tanti si sono avvicinati allo stand con i vari prodotti grazie ai quali si sostiene la causa di Giovanni. Tra loro anche il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. L’incontro con Giò e papà Bruno è stato immortalato con uno scatto. Varie e toccanti le azioni di solidarietà come il pensionato che suona e consegna una busta dicendo è per Giovanni. Non ha voluto dire chi è, e da dove veniva. Se n’è andato dopo aver consegnato direttamente nelle mani sicure di mamma Erika il suo dono. Mille euro. Giovanni ha una sorella più grande, Miriam. Il papà Bruno Piccolo lavora come operaio. La famiglia non smette di ringraziare le tante persone, gruppi, associazioni, comunità, amministrazioni pubbliche, che in vari modi contribuiscono alle cure e quindi alla guarigione del bambino.

«Siamo stremati»

«Giovanni - spiega la mamma - è entusiasta di poter vedere ancora una volta la sua gamba crescere, di viverne i progressi, con quella speranza di poter indossare le scarpe come quelle dei suoi compagni di classe. Quello che chiede è normalità. Io, noi, possiamo dargli speranza. Non è semplice e mai come adesso è lontana. La clinica ha inviato la richiesta del saldo del pagamento dell’intervento. Somma che attualmente non c’è e che solo un miracolo - sottolinea Erika - può far apparire». Giovanni ha cominciato la prima elementare. Gli interventi chirurgici lo hanno tenuto distante dalla frequentazione di una scuola. È entrato in classe veramente per la prima volta, integrandosi benissimo con i compagni. «So che sono cure onerose e che queste non sono le ultime. Noi genitori abbiamo scelto di salvare la sua gamba rendendola funzionale. L’abbiamo potuto fare all’estero, dove la sanità è costosa, non essendo garantite dal servizio sanitario nazionale. Siamo stremati. Chiedere l’elemosina, chiedere aiuto a chi si trova a dover combattere ogni giorno con costi altissimi di beni di prima necessità, è umiliante». Per donazioni: associazione Diamo il meglio a Giovanni, ecco, l’Iban: IT52Q0859062440000900032436, C.F. 92305430289, causale: donazione liberale. Informazioni: 339.3776563.

 

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Il Gazzettino