Mais Ogm, distrutto il campo di Fidenato: «Porterò il caso alla Corte di giustizia europea»

Mais Ogm, distrutto il campo di Fidenato: «Porterò il caso alla Corte di giustizia europea»
COLLOREDO DI MONTE ALBANO (PORDENONE) - Il mais Ogm seminato dall'imprenditore agricolo Giorgio Fidenato in un terreno di 7mila metri quadrati a Colloredo di Monte Albano, di...

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COLLOREDO DI MONTE ALBANO (PORDENONE) - Il mais Ogm seminato dall'imprenditore agricolo Giorgio Fidenato in un terreno di 7mila metri quadrati a Colloredo di Monte Albano, di proprietà di Leandro Taboga, è stato distrutto. Ieri pomeriggio, alle 14, è stato eseguito il decreto emesso la scorsa settimana dal Dipartimento dell'ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari insieme alla Direzione generale per il riconoscimento degli organismi di controllo e certificazione e tutela del consumatore. Il provvedimento era stato adottato dopo un'ispezione dello scorso 8 settembre da parte dell'Ersa. Fidenato, sentito a verbale in qualità di legale rappresentante dell'Azienda agricola In Trois, aveva dichiarato che le 16 file di mais Ogm Mon810 avevano «esclusivamente lo scopo di ricerca». Aveva anche aggiunto che la «semina sperimentale e commerciale continuerà ad essere svolta fino a quando la questione della legittimità della Direttiva (Ue) 412/2015 non sarà posta all'attenzione della Corte di giustizia dell'Unione Europea affinché si pronunci in merito».


LA DISTRUZIONE

Il ministero delle Politiche agricole, accertata la violazione della sua direttiva, aveva dato cinque giorni di tempo a Fidenato per distruggere il mais. Ma la sua battaglia non contempla obbedienza su questo versante e ieri si è ripetuta l'ormai annuale distruzione del mais biotech. Alle 14 sono arrivate le guardie forestali, alcuni dipendenti del ministero e i carabinieri. Non ci sono state tensioni mentre la trinciatrice abbatteva le piante e durante l'aratura del terreno. È stata, contrariamente agli anni passanti, una distruzione in sordina. Un unico rammarico da parte di Fidenato: «Non c'era urgenza perché il divieto non riguardava pericoli inerenti la salute».


IL RICORSO

Intanto, con l'avvocato Giovanni Martorana sta predisponendo il ricorso al Tar. «Non ho altre opzioni per invalidare la direttiva - afferma - Il problema lo risolve soltanto la Corte di giustizia europea. È la stessa esperienza del 2018, quando Tar e Consiglio di Stato hanno respinto i miei ricorsi con motivazioni che giudico strabilianti, tanto che abbiamo predisposto azioni di responsabilità civile. Ci costringono a seminare, io non so se ho ragione, ma ho molti dubbi e chiedo che la questione venga portata all'attenzione del giudice naturale, che è quello europeo. Spero che questa volta i magistrati capiscano le motivazioni che gli sottoporremo».


LE PARLAMENTARI

La scorsa settimana era stata parlamentare Sara Cunial a portato all'attenzione di Nas e Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi la semina 2021 di mais Ogm fatta nel mese di luglio dall'imprenditore agricolo di Arba. La questione era stata portata in Commissione Ambiente, mentre le deputate Silvia Benedetti e Doriana Sarli aveva sollevato il problema in Commissione Agricoltura. La Cunial aveva anche inviato una segnalazione alla Procura di Udine, alle forze dell'ordine, al ministero dell'Agricoltura e all'assessorato regionale denunciando l'accaduto: «Non si capisce - aveva protestato - il lassismo delle autorità nell'agire ripristinando la legalità attraverso l'immediata estirpazione di tutte le piante di mais Ogm dal campo di Fidenato e la relativa bonifica dei terreni inquinati». Un'interrogazione è stata poi presentata al ministro delle Politiche agricole sollecitando provvedimenti.
C.A.

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Il Gazzettino