Mafia, arrestato amministratore della Fip: ha costruito anche le cerniere del Mose

Il cantiere del Mose a Malamocco
PADOVA - L'amministratore delegato della Fip di Selvazzano (Padova), l'ingegner Mauro Scaramuzza, e Gioacchino Francesco La Rocca, figlio del capomafia detenuto "Ciccio", sono...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PADOVA - L'amministratore delegato della Fip di Selvazzano (Padova), l'ingegner Mauro Scaramuzza, e Gioacchino Francesco La Rocca, figlio del capomafia detenuto "Ciccio", sono stati arrestati dai carabinieri insieme ad altri tre indagati, nell'ambito di un'inchiesta su un appalto pubblico da 140 milioni di euro per la "variante" del comune di Caltagirone (Catania). Nei loro confronti i militari dell'Arma hanno eseguito un ordine restrittivo del gip su richiesta della Dda della Procura di Catania, che ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni e concorso esterno in associazione mafiosa.




Dalle indagini dei carabinieri sarebbe emerso l'interesse della storica famiglia mafiosa di Caltagirone dei La Rocca, legata a Cosa nostra, nell'esecuzione dei lavori.



Secondo l'accusa, la cosca avrebbe agito affinché venissero dati in subappalto a ditte direttamente controllate dal clan con contratti artificiosamente frazionati in modo da eludere la normativa antimafia, percependo così un indebito profitto mediante l'ottenimento di finanziamenti pubblici.



Tra gli arrestati c'è Scaramuzza, ingegnere mestrino e amministratore delegato della Fip di Selvazzano, impresa di rilevanza internazionale (fra l'altro ha costruito le cerniere del Mose), aggiudicataria dell'appalto (insieme alle società L&C unite in associazione temporanea di imprese) che secondo la Procura era «consapevole di apportare il contributo al clan La Rocca». Nel corso dell'operazione i carabinieri hanno sottopoto a sequestro preventivo due società.



Altri servizi e approfondimenti sul Gazzettino in edicola giovedì 10
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino