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MESTRE - Come i maestri di una volta, avrebbe pestato con il righello il dorso delle mani e la schiena delle sue piccole allieve se sbagliavano le risposte. Ma a tanta severità si sarebbe accompagnato un vizio ben peggiore, quello delle molestie sessuali. È così che un trennenne bangladese è finito sotto processo per i reati di abuso dei mezzi di correzione e di violenza sessuale. I fatti contestati dal pubblico ministero Giorgio Gava sarebbero avvenuti a Mestre tra l'autunno 2019 e i primi mesi del 2020. Pare che nel suo Paese, il Bangladesh, l'uomo abbia un precedente specifico a suo carico.
Maestro di Corano a processo
I fatti contestati dal pubblico ministero Giorgio Gava sarebbero avvenuti a Mestre tra l'autunno 2019 e i primi mesi del 2020. Pare che nel suo Paese, il Bangladesh, l'uomo abbia un precedente specifico a suo carico. Tutto nasce da un'usanza abbastanza in voga tra le comunità musulmane, soprattutto quelle di lingua non araba: quella di ingaggiare un insegnante (o una insegnante) privato che a domicilio insegna ai bambini la lingua araba e i rudimenti del Corano.
Le accuse
Dato che sono coinvolte persone di tenera età, non è possibile scendere nei dettagli. Tutto si è svolto in una casa di Mestre e il protagonista è un uomo di cui evidentemente i genitori si fidavano e che da loro era conosciuto personalmente. Anche per questa fiducia, i genitori portavano periodicamente le bambine a casa dell'insegnante per ricevere le sue lezioni. Ad un certo punto, le bambine si sono confidate con i genitori i quali si erano poi rivolti alle forze dell'ordine quando sentirono parlare del trattamento riservato alle loro figlie. L'uomo, difeso da due avvocati del foro di Padova, è stato denunciato a piede libero. Lo scorso luglio si è svolto un incidente probatorio per acquisire elementi importanti, probabilmente sentendo le due bambine, che avrebbero riferito di almeno due o tre episodi di toccamenti. Ieri si è tenuta una nuova udienza di fronte al giudice Alessandro Gualtieri, ma c'è stato un rinvio a febbraio a causa di un difetto di notifica all'imputato.
Insegnanti violenti: i precedenti
Un primo caso di maestro eccessivamente severo e violento nei confronti dei bambini era emerso nel 2018 a Maniago, in provincia di Pordenone, quando una donna bangladese che dava insegnamenti ai figli della comunità era stata scoperta (grazie anche alle telecamere) mentre picchiava gli alunni. Nello stesso periodo si è scoperto che alcuni imam facevano le stesse cose a Padova e nel Trevigiano. Con tanto di video ripresi dai genitori e finiti in mano ai carabinieri. Lo scorso anno, l'imam di Pieve di Soligo aveva patteggiato tre anni di reclusione. Si era giustificato dicendo che quei metodi erano stati applicati anche a lui nel suo Paese, quando aveva la stessa età e non imparava a memoria le Sure del sacro testo islamico. In nessun caso, però, si era arrivati alle accuse di atti sessuali.
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