Nuovo attacco dei lupi: pecora e agnellino sbranati nella notte

Nuovo attacco dei lupi: pecora e agnellino sbranati nella notte
BELLUNO - Una pecora e il suo agnello. Nuova predazione di lupi in città. Il branco del Visentin, dopo gli avvistamenti sul Piave delle scorse settimane, ora ha colpito a...

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BELLUNO - Una pecora e il suo agnello. Nuova predazione di lupi in città. Il branco del Visentin, dopo gli avvistamenti sul Piave delle scorse settimane, ora ha colpito a Castion. Ieri mattina la pecora e il piccolo non si sono avvicinati al recinto a prendere carezze e cibo dalle mani dei bambini, come sempre. Ad accorgersi dell'attacco è stata proprio la madre di uno degli alunni della elementare di Badilet, che ha visto i due animali stramazzati a terra mentre accompagnava il figlio a scuola. Il fazzoletto di prato dove vivevano, infatti, si trova a pochi metri dalla primaria ed era un punto di riferimento per le famiglie e i figli che amavano i due animali e andavano quotidianamente a trovarli. «Sono stato avvertito alle 7.40 circa, io ancora non sapevo nulla perché sono solito recarmi sul posto attorno alle 8 racconta Aldino Bianchet, proprietario delle due pecore e dell'azienda agricola  Aquis Bianca di Cirvoi -. Abbiamo subito chiamato la polizia provinciale, che ci ha confermato che si trattava di un attacco di lupi». La predazione con tutta probabilità è avvenuta nella notte tra lunedì e martedì. Il recinto a protezione del prato e delle due bestiole era elettrificato, ma solo leggermente proprio per non recare problemi ai tanti bambini che amavano avvicinarsi. I lupi, quindi, non hanno avuto troppi problemi; hanno scavalcato agevolmente la rete e non hanno lasciato scampo alla mamma con il suo piccolo. «Non terremo più animali lì, non vogliamo subire altri attacchi racconta -. Lo facevamo per i bambini, più che altro». 

L'AZIENDAL'azienda agricola ha un gregge di un centinaio di capi a Cirvoi, diviso in tre recinti doppi ed elettrificati. Ha anche pecore, mucche e cavalli. Dal ritorno del grande predatore ad oggi ha subito 6 aggressioni per le quali ha fatto richiesta di risarcimento danni alla Regione con un iter che, però, i proprietari definiscono lunghissimo e macchinoso. Il raid conferma il fatto che i lupi abbiano abbandonato i boschi. I branchi della Valbelluna hanno lasciato le montagne e hanno cambiato quota, preferendo aggirarsi sul greto del Piave e nelle campagne vicine alle zone urbane. Dai dati degli ultimi avvistamenti e dalle predazioni di pochi giorni fa alla Fattoria del Piave, dove è stato ucciso un asino, e poi a Badilet sembra infatti che il branco del Visentin, fino al mese scorso attivo con numeroso razzie tra Piandelmonte, Tassei, le Ronce e Medil, ora abbia cambiato area. «Possiamo intuire siano gli stessi esemplari che ora si vedono lungo il Piave spiega Michele Nenz di Coldiretti Belluno -, anche perché sotto il Nevegal non si sentono predazioni da un po'. D'altra parte lungo il Piave, lo abbiamo sempre detto, c'è molta fauna selvatica: ungulati e selvaggina di tutti i tipi. Inoltre non ci sono barriere come strade o cortili e gli animali si muovono liberamente e indisturbati». Dal branco originario del Visentin si è creato un secondo gruppo di lupi, che ora batte la zona di Cesen e Lentiai dove è stato visto, come quello di Belluno, vicino al Piave. Oggi i branchi in provincia sembrano essere sette, quattro in più dopo le cucciolate degli anni scorsi. L'ultimo avvistato è quello di Cibiana, di cui ha dato notizia lo stesso sindaco del paesino Mattia Gosetti; è stato chiamato il branco del Pelmo, perché è stato visto sulle Rocchette tra San Vito e Cibiana, appunto. A questi tre si aggiungono quello di Arabba Porta Vescovo Fassa, del Cansiglio, del Grappa e dei Piani Eterni. Il 17 settembre un vertice in prefettura aveva fatto il punto sulla presenza del lupo sul territorio e sui risvolti per la sicurezza della popolazione. Al tavolo avevano preso parte i sindaci dei comuni dove è attestata la presenza del grande predatore, oltre alle forze dell'ordine; in quella sede era stato confermato che la coabitazione tra uomo e lupo nel territorio non sta creando rischi alla pubblica incolumità.
Alessia Trentin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino