ADRIA (ROVIGO) - È toccato alla moglie e alla figlia il triste compito di riconoscere il corpo di Luigino Drago, il sub scomparso in mare, sei miglia al largo di...
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MALORE FATALEIn questo momento l'unica cosa certa è che Drago ha avuto un malore. Infatti, risalendo rapidamente dall'immersione che stava effettuando nella zona delle Tegnùe, ha fatto in tempo a dire all'amico, che lo aspettava in barca «Aiuto, mi sento male» e poi si è inabissato. Resta da capire se abbia avuto il malore mentre era sott'acqua e sia risalito per quello, o se sia stata una risalita troppo veloce a causargli il malore che gli ha impedito di raggiungere la barca.
Altro dubbio, per ora irrisolto, è se non avesse o non abbia fatto in tempo ad azionare il gav, il salvagente per sommozzatori che può essere gonfiato in misura maggiore o minore per mantenere l'assetto a una certa profondità o per galleggiare in superficie.
SUB ESPERTOIn ogni caso Luigino Drago era un sub esperto che, da molti anni, praticava la zona e ciò che gli è accaduto, con ogni probabilità, è una combinazione di circostanze sfortunate, ma non così improbabili. Tredici anni fa, infatti, il 35enne Maurizio Drago, figlio di Luigino, era morto in circostanze analoghe: in escursione con la fidanzata, che lo attendeva a bordo della barca, non era più riemerso e i soccorsi lo avevano trovato, alcune ore dopo.
Per Luigino, invece, l'attesa è durata un'intera settimana e si è anche temuto che potesse essere ancor più lunga. La zona delle Tegnùe, infatti, presenta un fondale aspro e roccioso nel quale, il corpo appesantito dalle bombole avrebbe potuto incastrarsi in una posizione introvabile.
LE RICERCHELe ricerche, condotte in superficie, dall'aria e dai sommozzatori hanno subito trovato l'ostacolo di una elevata torbidità dell'acqua e di alcuni giorni di maltempo che hanno limitato le ore di ricerca.
Il corpo, però, è stato trascinato via dalla zona impervia dalle correnti più intense del solito, sia per la concomitanza della luna piena, che per l'effetto del vento, ed è finito a una notevole distanza, 25 miglia, dal luogo dell'incidente, per essere avvistato, sabato mattina, da un'imbarcazione di diportisti che hanno subito avvertito le autorità e permesso il recupero della salma.
Diego Degan Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino