VIGONZA - Una sola certezza: è successo tutto esattamente un anno fa, proprio in queste ore. Il mattino del 16 dicembre 2018 Luca Tacchetto e la compagna canadese...
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IL VIAGGIO
Il 20 novembre 2018, il giorno dopo aver festeggiato con gli amici con gli amici il proprio trentesimo compleanno, Luca Tacchetto è partito per il Continente nero assieme alla pittrice canadese Edith Blais. L'architetto di Vigonza ha guidato la propria Renault Megane attraversando Francia, Spagna, Marocco (dove ha incontrato un amico a Casablanca), Mauritania, Mali e Burkina Faso. Era diretto in Togo, dove lui ed Edith avrebbero dovuto lavorare come volontari in un villaggio per un progetto di ecosostenibilità chiamato Zion' Gaia, ma è scomparso il 16 dicembre in Burkina. Robert Guilloteau, un uomo francese conosciuto proprio in Burkina, ha raccontato di averli ospitati per la notte a Bobo Dioulasso (la seconda città del Paese) e di averli salutati al mattino seguente. Dovevano dirigersi nella capitale Ouagadougou a sistemare dei documenti, rientrare da Robert e poi andare in Togo. Era appunto il 16 dicembre 2018. Da lì in poi, il nulla.
LE IPOTESI
Sequestrati in Burkina Faso, sarebbero stati portati fuori da confini e trattenuti in un altro Paese della regione del Sahel. È probabile che i due ostaggi siano stati passati dalle mani di una banda locale a quelle di una vera organizzazione. L'inchiesta è affidata al pm della Procura di Roma Sergio Colaiocco, lo stesso che ha indagato sulla morte Giulio Regeni. «Ricordo bene la nostra giornata assieme a vedere il cantiere del nuovo teatro di Casablanca, prima che lui proseguisse il suo viaggio - racconta l'amico architetto marocchino Fayçal El Hanaoui, conosciuto durante gli studi in Francia -. Tutto ciò è molto triste, prego per lui e spero di rivederlo presto». «Abbiamo elementi per affermare che i due ragazzi sono vivi e che non sono più nel nostro Paese» ha spiegato lo scorso aprile il ministro della Comunicazione del Burkina Faso, Rémis Dandjinou. A Vigonza sono tutti aggrappati a quella speranza.
Gabriele Pipia
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Il Gazzettino