Un anno senza Edith e Luca, i due ragazzi sono ostaggi in Africa

Lunedì 16 Dicembre 2019 di Gabriele Pipia
Un anno senza Edith e Luca, i due ragazzi sono ostaggi in Africa
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VIGONZA -  Una sola certezza: è successo tutto esattamente un anno fa, proprio in queste ore. Il mattino del 16 dicembre 2018 Luca Tacchetto e la compagna canadese Edith Blais si erano messi in viaggio verso la capitale del Burkina Faso quando, all'improvviso, sono scomparsi nel nulla assieme alla loro auto. Dodici mesi dopo le poche notizie che filtrano dai tre governi interessati (italiano, canadese e burkinabè) parlano di un doppio rapimento, ma la situazione dei due ragazzi rimane avvolta dal mistero. I servizi segreti italiani sono al lavoro sul caso, ma gli investigatori e le famiglie tengono il massimo riserbo. 

 
IL VIAGGIO
Il 20 novembre 2018, il giorno dopo aver festeggiato con gli amici con gli amici il proprio trentesimo compleanno, Luca Tacchetto è partito per il Continente nero assieme alla pittrice canadese Edith Blais. L'architetto di Vigonza ha guidato la propria Renault Megane attraversando Francia, Spagna, Marocco (dove ha incontrato un amico a Casablanca), Mauritania, Mali e Burkina Faso. Era diretto in Togo, dove lui ed Edith avrebbero dovuto lavorare come volontari in un villaggio per un progetto di ecosostenibilità chiamato Zion' Gaia, ma è scomparso il 16 dicembre in Burkina. Robert Guilloteau, un uomo francese conosciuto proprio in Burkina, ha raccontato di averli ospitati per la notte a Bobo Dioulasso (la seconda città del Paese) e di averli salutati al mattino seguente. Dovevano dirigersi nella capitale Ouagadougou a sistemare dei documenti, rientrare da Robert e poi andare in Togo. Era appunto il 16 dicembre 2018. Da lì in poi, il nulla. 
LE IPOTESI
Sequestrati in Burkina Faso, sarebbero stati portati fuori da confini e trattenuti in un altro Paese della regione del Sahel. È probabile che i due ostaggi siano stati passati dalle mani di una banda locale a quelle di una vera organizzazione. L'inchiesta è affidata al pm della Procura di Roma Sergio Colaiocco, lo stesso che ha indagato sulla morte Giulio Regeni. «Ricordo bene la nostra giornata assieme a vedere il cantiere del nuovo teatro di Casablanca, prima che lui proseguisse il suo viaggio - racconta l'amico architetto marocchino Fayçal El Hanaoui, conosciuto durante gli studi in Francia -. Tutto ciò è molto triste, prego per lui e spero di rivederlo presto». «Abbiamo elementi per affermare che i due ragazzi sono vivi e che non sono più nel nostro Paese» ha spiegato lo scorso aprile il ministro della Comunicazione del Burkina Faso, Rémis Dandjinou. A Vigonza sono tutti aggrappati a quella speranza. 
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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