BELLUNO - «Ciao fra, ti ricorderemo così con il sorriso, ti vogliamo bene». Sono le parole che la sorella Veronica sceglie per dire addio a Cristian: ultimo...
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Per qualche anno Cristian aveva seguito le lezioni dell'istituto professionale per l'industria Brustolon di Belluno. Poi la scelta di lasciare gli studi e di dedicarsi ad altro. Ultimamente lavorava nel settore edile, mentre il padre Piero aveva lavorato, per due estati, nella cooperativa Cadore. A Longarone è molto conosciuto anche il fratello Michele, di qualche anno più grande, che lavora nel settore delle materie plastiche alla Diab, proprio a Longarone. L'abitazione della famiglia Palazzolo si trova a ridosso della Statale Alemagna poco distante dal Muncipio di Longarone. Nel cancello pedonale davanti casa, in via Roma, c'è un fiocco rosa: Cristian era diventato zio da poco. Una nipotina che non farà mai a tempo a conoscerlo. Nessun capannello di persone, c'è solo il rumore delle auto sulla Statale ad interrompe il silenzio in cui sembra avvolto il palazzo che ospita diversi nuclei familiari, compreso quello dei Palazzolo che si sono trasferiti in via Roma dopo aver a lungo abitato nel centro del comune.
IN RETE
Per qualche periodo Cristian aveva anche militato nel Rugby Alpago, un sodalizio in cui aveva avuto la possibilità di coltivare amicizie e di dedicarsi ad uno sport che gli aveva permesso di maturare. Da tempo, tuttavia, aveva lasciato anche le divise verdi e gialle. Molti però i suoi amici che con lui avevano giocato e che lo hanno voluto ricordare nei diversi post in rete. Brevi messaggi, poche parole, da cui traspare il dolore e l'angoscia per la perdita di una persona con cui si è condiviso un tratto di strada.
Centinaia i messaggi pubblicati di vicinanza alla famiglia, alla madre Rosa Maria di Maggio, e ai due fratelli. «Poveri ragazzi giovani, troppe vittime ultimamente! Queste macchine maledette!» Scrive qualcuno, in rete sono molti anche i commentatori che si soffermano a commentare i dettagli di una tragedia con diversi aspetti ancora da chiarire. Molti di più sono i messaggi di cordoglio, un intimità resa pubblica attraverso le pagine social, un dolore che traspare immane ma composto.
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Il Gazzettino