Luigi, lo scalpellino friulano che scolpì Abramo Lincoln sul monte Rushmore

Luigi, lo scalpellino friulano che scolpì Abramo Lincoln sul monte Rushmore
Piccola statura e pelle scura, petulanti nel chiedere l'elemosina ai confini della società e della Downtown di Manhattan. Quando andava bene mangia spaghetti e altri...

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Piccola statura e pelle scura, petulanti nel chiedere l'elemosina ai confini della società e della Downtown di Manhattan. Quando andava bene mangia spaghetti e altri nomignoli figli del rigurgito razzista americano che accoglieva (si fa per dire) l'italiano che con la valigia di cartone sbarcava negli States a inizio secolo. Decine di migliaia di storie, tutte uguali. Una diversissima. Proprio in quegli anni arrivava negli Stati Uniti, Luigi Dal Bianco. E mai nessuno avrebbe pensato che nell'America dei volantini contro gli italiani potesse essere affidato a un mangia spaghetti la realizzazione di uno dei capitoli più pregni dell'epica contemporanea a stelle e strisce, il Mount Rushmore national memorial in South Dakota. Invece è andata così: i volti di George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln, i quattro presidenti scolpiti nel granito e seconda bandiera d'America li ha scolpiti un emigrante nato a Meduno, borgo prealpino in provincia di Pordenone che a inizio 900 contava tremila anime e oggi la metà. 


Luigi Del Bianco (a sinistra) e il mitico Primo Carnera


SCALPELLINO ITALIANO
Solo adesso, precisamente il 16 settembre scorso, l'Italia si è ricordata di Luigi Dal Bianco e proprio a Meduno è stato rinominato un borghetto del paese che oggi porta il suo nome. E' stata scoperta anche una targa in suo onore, mentre al National Park Service di Mount Rushmore (Usa) è stata svelata una stele progettata dallo scultore Michael Keropian: l'iscrizione ha riconosciuto il pordenonese come il padre dei quattro volti più famosi del mondo. Ci sono voluti novant'anni (la scultura di Mount Rushmore è stata iniziata nel 1927) per rimettere a posto le pagine della storia, ma ci si è arrivati. E ora il Nordest ha finalmente il posto d'onore che meritava...
 
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Il Gazzettino