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LIVINALLONGO - Il dottor Luca Favero ha deciso. Se entro fine gennaio non verrà reintegrato nelle sue funzioni e non gli verranno pagate le intere spettanze che pretende, si licenzierà. E per comunicarlo, ieri ha appeso il primo di 4 cartelli tutti uguali sugli ambulatori in cui sta ancora lavorando. Questo il testo all'esterno dell'ambulatorio di Pieve di Livinallongo: A causa della vergognosa sottomissione degli Organi preposti alla regolamentazione del lavoro di noi Medici alle leggi infami e stupide dell'attuale Governo di pagliacci, sono costretto a lasciare la condotta di Livinallongo, nonostante io abbia attuato ben due inoculazioni vaccinali e assolto l'obbligo vaccinale già il 9 dicembre 2021 senza essere riammesso all'Ordine! Un caro sconsolato saluto a voi tutti. Oggi lo stesso cartello comparirà sull'ambulatorio di Colle Santa Lucia, poi toccherà a quelli di Caprile e Canale d'Agordo.
Dottore vaccinato ma non reintegrato
Favero era stato sospeso dall'Ordine dei Medici di Padova, a cui è iscritto, perché sino a inizio dicembre non si era vaccinato poichè soffre di una malattia autoimmune.
La convocazione
Nel frattempo l'Azienda Zero ha convocato il medico per il 30 marzo dopo che l'Ulss1 ha chiesto l'apertura di un procedimento. E il Collegio Arbitrale dell'Azienda Zero è chiamato a valutare i comportamenti oggetto di contestazione contenuti nella medesima richiesta di avvio del procedimento. Ma Favero non retrocede. «Non ci andrò, nemmeno mi presenterò: della loro contestazione non mi interessa». Favero ha però scritto a un'associazione di avvocati costituzionalisti. E ha comunque deciso di non restare fermo: «Ho chiesto ad un avvocato del Foro di Udine, esperto in questa materia, di difendermi contro l'Ordine dei Medici di Padova che deve ancora reintegrarmi. Mi chiede cosa fa l'Ulss1 Dolomiti nel frattempo? Continua a farmi lavorare, mi manda le comunicazioni, ma non mi difende». Gravi le accuse che Favero muove contro l'Ordine dei Medici di Padova: «Il loro immobilismo sta impedendo a me di lavorare e ai miei assistiti di essere seguiti. Perché se le cose stanno così, io a fine mese me ne vado davvero, Non solo da Livinallongo, ma anche da Belluno. Perché qui nessuno mi ha difeso».
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Il Gazzettino