Testimoni contro il ginecologo Litta, la segretaria e la "busta per il nero": «Pagamento senza fattura, poi davo tutto al professore»

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PADOVA - Il processo al professore e ginecologo di fama internazionale Pietro Salvatore Litta, davanti ai giudici del Tribunale collegiale, ieri è entrato nel vivo. Il luminare, 68 anni originario di Carosino (Taranto) residente in Sestiere Cannaregio a Venezia ma domiciliato a Padova in zona Arcella e difeso dall'avvocato Alberto Berardi, è accusato dei reati di peculato e truffa aggravata ai danni dell'Ateneo e anche dell'Azienda ospedaliera dove effettuava le visite nella Clinica ginecologica e ostetrica. In aula sono stati sentiti come testimoni la giornalista Francesca Biagiotti, autrice del filmato trasmesso dal programma Petrolio in onda su Rai Uno dove ci sarebbe la prova del reato di peculato commesso dal docente. Quindi la segretaria della clinica Cittàgiardino e il suo direttore Luca Siliprandi.

La giornalista: Così mi chiese i soldi. Ma nel video trasmesso in tv non si sente bene

Testimoni in aula


La giornalista ha ripercorso davanti ai giudici quanto aveva già detto in sede di indagine agli inquirenti. Il video proiettato in aula però, almeno ieri durante l'udienza, è apparso al Collegio poco chiaro nell'audio. Tanto più che è stato acquisito e verrà valutato dal Collegio in seduta privata. Biagiotti, spacciandosi per una paziente, si è fatta visitare dal medico nella clinica Cittàgiardino. È stata sottoposta a una ecografia e per la prestazione, in regime di intra moenia, ha allungato alla segretaria del medico 250 euro in nero. L'episodio è accaduto il 13 novembre del 2017.

La segretaria: senza fattura dovevo decurtare il 20 per cento e riscuotere i pagamenti in nero


Quindi è stato il turno della segretaria Claudia Pettenuzzo che, incalzata dalle domande del pubblico ministero Silvia Golin, ha dichiarato: «Succedeva che venissero pagati importi senza fattura. Si teneva una busta a parte e dopo li davo al medico». E ancora, il pm le ha ricordato cosa aveva dichiarato alla polizia giudiziaria: «Il professor Litta mi aveva dato disposizione affinché se la paziente non era interessata alla fattura mi aveva detto di decurtare il 20 per cento della stessa e a riscuotere i pagamenti in nero». Quindi alla domanda se si teneva il denaro in nero per lei, la segretaria ha risposto di no.


La difesa del dottor Litta


Invece il direttore della clinica Cittàgiardino ha di fatto difeso a spada tratta il ginecologo. «Ho insistito almeno tre volte - ha dichiarato in aula - perché l'Azienda ospedaliera rinnovasse la convenzione al professor Litta. Ero in forte imbarazzo con lui e soprattutto avevo un obbligo assistenziale nei confronti delle nostre pazienti». Intanto le costituzioni di parte civile sono già state tutte revocate perché, sul piano esclusivamente amministrativo in merito alle sole posizioni contrattuali, il professor Litta ha liquidato la Regione Veneto, l'Azienda Ospedaliera (circa 60mila euro) e anche l'Università che per altro non si era mai costituita parte civile. La prossima udienza è fissata per il 13 settembre.
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Il Gazzettino