Festa di matrimonio rovinata e liti fra vicini lunghe 50 anni: la soluzione del giudice

Festa di matrimonio rovinata e liti fra vicini lunghe 50 anni: la soluzione del giudice - Foto di Pexels da Pixabay
VALDOBBIADENE (TREVISO) - Un accordo di buon vicinato tra famiglie rivali per tentare di risolvere una storia di incomprensioni vecchia di almeno cinquant'anni. E che ha...

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VALDOBBIADENE (TREVISO) - Un accordo di buon vicinato tra famiglie rivali per tentare di risolvere una storia di incomprensioni vecchia di almeno cinquant'anni. E che ha trascinato in tribunale una coppia di 60enni e una donna di 30 anni, in un vortice di querele e contro querele sfociate in un processo per molestie, lesioni e rapina. Le tensioni tra le due famiglie di Valdobbiadene erano esplose nell'estate del 2017 durante la festa di matrimonio tra la giovane e il compagno, appartenente a una delle due fazioni in lotta. La serata delle nozze, che avrebbe dovuto essere una delle più memorabili per la coppia di sposini, si era conclusa invece con botte, insulti e un Ipad andato in frantumi. Ne era scaturito un fuoco incrociato di querele, in cui l'accusa più pesante era ricaduta proprio sulla sposa, chiamata a rispondere di rapina per aver spintonato la vicina e mandato in frantumi l'Ipad che la donna le aveva puntato in faccia, commentando con sarcasmo la sua mise. Mentre i due anziani sono accusati di molestie e lesioni.


LA CONCILIAZIONE
A fare un passo verso la distensione sono stati gli avvocati delle due parti in causa: Daniele Panico per la coppia e Manuela Gajo per la 30enne proponendo una sorta di patto di non belligeranza. Ieri mattina, giorno di udienza, i due legali sono riusciti infatti a far firmare un accordo ai tre imputati. Si tratta di un protocollo di buon vicinato che prevede l'impegno alla tolleranza reciproca: niente chiasso notturno né rumori molesti portando fuori i bidoni della spazzatura, nessuna auto parcheggiata al di fuori degli stalli delimitati. Tra le righe l'invito è a ignorarsi così da non creare occasioni per riaccendere le vecchie rivalità. Se non si può andare d'amore e d'accordo, si cerchi almeno di non entrare in conflitto. Il patto ha una durata di sei mesi e se i termini verranno rispettati l'epilogo sarà il migliore per tutti: denunce ritirate e proscioglimento di tutte le parti in causa. In caso contrario si proseguirà sulla strada legale.


IL PARAPIGLIA


I fatti per cui i tre sono finiti alla sbarra degli imputati risalgono, come detto, all'estate del 2017. E' il giorno in cui la 30enne convola a nozze con l'uomo che fino a quel momento è stato il suo compagno e da cui ha avuto due bambini. Ma soprattutto lo sposoè il proprietario della casa che confina con quella dei due 60enni. All'arrivo della donna, la coppia la accoglie con gli insulti. La vicina le punta in faccia l'Ipad e con piglio ironico le dice: «Guarda che bella che sei oggi». Un complimento soltanto in apparenza, secondo la sposa, che non l'aveva presa affatto bene, complice forse qualche brindisi di troppo. La sposa, per tutta risposta, aveva allontanato la vicina con un gesto brusco che aveva fatto cadere l'Ipad, mandandolo in frantumi. Ne era nata una rissa, con le due donne arrivate persino a tirarsi i capelli, sotto lo sguardo scioccato dei bambini. A fatica il marito era riuscito a dividere le due donne e a mettere freno al parapiglia. Una situazione che ora, se tutti rispetteranno i patti siglati, non dovrebbe più ripetersi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino