FOSSÒ - La Procura lo accusava di corruzione di minorenne per essersi tirato giù i pantaloni, restando nudo e mettendosi a fare la pipì di fronte a una...
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Un sessantaquattrenne di Fossò è stato chiamato a comparire ieri mattina alla Cittadella della giustizia di Venezia, di fronte al giudice per l'udienza preliminare, per una vicenda accaduta un paio di anni fa, denunciata dai genitori della ragazzina, sulla quale ha indagato il sostituto procuratore Patrizia Ciccarese. Il gip ha però derubricato il reato nella meno grave fattispecie di atti osceni e ha dichiarato il non luogo a procedere, in quanto gli atti osceni sono stati depenalizzati recentemente. Nei confronti dell'uomo è stata disposta la trasmissione degli atti al Prefetto, affinché provveda a sanzionarlo in via amministrativa.
Nel corso dell'udienza di ieri il difensore dell'imputato, l'avvocato Pascale De Falco, si è battuto per dimostrare l'insussistenza del reato contestato, ovvero l'articolo 609 quinquies del codice penale, che punisce con pene severe - da uno a cinque anni di reclusione - «chiunque compie atti sessuali in presenza di persona minore di anni quattordici, al fine di farla assistere». Il legale ha sostenuto che non vi era alcuna finalità a sfondo sessuale nell'azione del sessantaquattrenne, il cui gesto si collocava in una lite con i vicini di casa che proseguiva da molti anni, con reazioni e contro reazioni da entrambe le parti. E il giudice è stato dello stesso avviso, ritenendo che la condotta contestata configuri il reato (ormai depenalizzato) di atti osceni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino