Liste d'attesa in Veneto, ecco la "soluzione": convincere i medici a fare meno prescrizioni

Liste d'attesa in Veneto, ecco la "soluzione": convincere i medici a fare meno prescrizioni
VENEZIA - Sulle "U" non ci sono problemi: in linea di massima le prestazioni urgenti vengono erogate entro le previste 24 ore, Sulle "B" - la cosiddetta...

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VENEZIA - Sulle "U" non ci sono problemi: in linea di massima le prestazioni urgenti vengono erogate entro le previste 24 ore, Sulle "B" - la cosiddetta "breve attesa", cioè visite ed esami entro 10 giorni dalla prenotazione - le Ulss venete stanno cercando di allinearsi. Non del tutto, spesso ci sono ancora sforamenti di qualche giorno, ma su questo fronte l'impegno è stato notevole. A mancare sono le altre due classi di priorità: la "D", cioè le prestazioni "differite" da erogarsi entro 30 giorni e la "P", "programmabile", cioè problemi che richiedono approfondimenti ma che non necessitano di risposta in tempi rapidi e che comunque vanno garantiti entro un massimo di 60/90 giorni dalla prenotazione del medico prescrittore. Ecco, sulle ricette "D" e "P" la sanità veneta arranca. È così che ieri mattina, a Palazzo Balbi, l'assessore alla Sanità della Regione del Veneto Manuela Lanzarin e il direttore generale dell'Area Sanità e Sociale Massimo Annicchiarico hanno incontrato i dg delle Ulss.


MONITORAGGIO
All'ordine del giorno, più che i conti in rosso delle aziende ormai sistemati tanto da aver passato il vaglio del ministero dell'Economia e delle Finanze, un unico argomento: le liste d'attesa. «Il direttore Annicchiarico - ha riferito l'assessore Lanzarin - ha costituito un gruppo di lavoro per affrontare il problema delle liste d'attesa. Si sta monitorando la situazione, posto che la carenza di personale e l'aumento delle richieste non contribuiscono a ridurre i tempi per erogare le prestazioni». In attesa c'è anche ViviVeneto, la nuova App che nelle intenzioni del governatore Luca Zaia doveva permettere ai pazienti di prenotarsi visite ed esami confrontando le diverse opzioni non solo nella propria Ulss, ma anche nelle altre province. «Prima di renderla operativa - ha detto l'assessore - dobbiamo smaltire le liste d'attesa». Ma come?


Una delle ipotesi di intervento è di agire alla fonte, cioè su chi ha il ricettario in mano: in una parola, i medici prescrittori. Chiaro che medici di base e specialisti rivendicano la propria professionalità e quindi la decisione di sottoporre i pazienti a specifici esami, ma da parte delle Ulss si vorrebbero una maggiore "appropriatezza ed evidenza" nelle prescrizioni. Tema, ovviamente, delicatissimo. In Regione, intanto, continua il monitoraggio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino