LIMANA - Quel giorno faceva caldo, era il 12 agosto. Ma non potrà essere quella la difesa da giocarsi in aula nel processo che lo vede alla sbarra per atti osceni in luogo...
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Il giudice ha sottolineato che l’ipotesi contestata è ancora reato: si prevedono conseguenze penali (reclusione da 4 mesi a 4 anni) solo se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano. È il caso della biblioteca, frequentata spesso dagli alunni delle elementari per i laboratori vari. Gli atti osceni sono invece depenalizzati negli altri casi: si rischia solo una maxi-multa pecuniaria.
Nel processo parlerà anche la bibliotecaria di Limana, che intervenne quel giorno. La donna si era accorta che stava succedendo qualcosa d’insolito, ma in un primo momento non si è subito resa conto di cosa stesse accadendo. L’uomo si era tolto tutti gli indumenti, compresi quelli intimi e li aveva sistemati sulla maniglia dello stabile, che un tempo ospitava una scola elementare. La bibliotecaria a quel punto è subito intervenuta, ovviamente dopo aver chiamato i carabinieri.
Ieri mattina l’imputato non era presente in aula: era rappresentato dall’avvocato d’ufficio Federico Bressan, che non ha risposto alle domande sulla vicenda.
È proprio di qualche giorno fa la condanna di un marocchino che si toccò vicino alle scuole di Santa Giustina: ha preso 4 mesi di reclusione. Nessu procedimento penale invece per il pakistano che venne pizzicato nel luglio del 2017 a Feltre, in galleria Romita: per lui solo la multa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino