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TREVISO - Finalmente la meritata pensione. Dopo 34 anni filati di insegnamento al liceo classico Canova, Alberto Pezzè ha salutato allievi e colleghi dopo aver concluso gli ultimi esami di maturità. Insegnante di lettere, appassionato di storia e di cucina, amante della montagna, ha allevato generazioni di ragazzi. La scuola, sia intesa come liceo trevigiano che come macchina, l'ha conosciuta a fondo. E del Canova è stato anche studente. «Sono stato per 34 anni al liceo, prima ho insegnato 5 anni in altri istituti trevigiani - racconta - e la scuola che ho conosciuto allora è molto differente da quella di adesso. Ora domina la burocrazia, quando ho iniziato a insegnare per un professore era tutto molto più semplice». I suoi studenti difficilmente lo dimenticheranno: raramente un insegnante ha saputo entrare in sintonia con i suoi ragazzi, capirli e guidarli come ha saputo fare lui.
IL RICORDO
«In questi giorni la cosa più bella che mi è capitata sono stati i saluti e i ringraziamenti dei miei studenti - ricorda - anche di quelli che dal liceo sono usciti ormai da qualche anno. I ragazzi, nel mondo della scuola, sono la componente migliore. Da sempre. Certo, anche la loro tipologia è cambiata. Trent'anni fa avevano meno pressioni addosso, meno cose da fare. Al massimo qualche corso di lingua straniera. Oggi, a scuola, ci sono approfondimenti, preparazione ai test per l'università, attività pomeridiane per i crediti scolastici. Per loro è più complicato». Il Canova resta sullo sfondo di tutta la carriera di Pezzè: «Lascio un liceo classico sempre molto attuale, che ha saputo rinnovarsi. Adesso si insegna molta più matematica rispetto a una volta e questo serve come preparazione alle attività scientifiche. E poi lo studio del greco e del latino, che resta centrale per sviluppare la logica, così come l'aspetto umanistico. E mi pare che questo venga valorizzato anche dal mondo dell'impresa, dove i filosofi sono sempre più richiesti. Il Canova, sebbene soffocato dalla burocrazia come purtroppo tanti altri mestieri, resta una bellissima scuola ».
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Il Gazzettino