BELLUNO - Una ditta di Pordenone ha vinto l’appalto per i lavori di messa in sicurezza del liceo classico Tiziano di via Cavour. Un intervento da oltre 2 milioni di euro,...
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Così la Provincia, stazione appaltante, ha dovuto esperire una nuova gara, stavolta a livello Triveneto, e con somma sorpresa, visto il primo insuccesso, sono arrivate ben sette offerte, al ribasso rispetto alla base d’asta di 2 milioni. Le imprese sono di Udine, Padova, Venezia e Treviso. L’ha spuntata quella di Pordenone con il maggior ribasso. L’aggiudicazione ufficiale non è ancora avvenuta, ma si tratta di un paio di giorni, giusto il tempo di effettuare i necessari passaggi di verifica procedurale.
L’esito della seconda gara non mancherà di sollevare un vespaio. Inevitabile chiedersi come mai le imprese bellunesi non riescano a starci dentro con i prezzi, mentre quelle “foreste” riescono pure a fare ribassi.
Una situazione che aveva portato il presidente della Provincia, Roberto Padrin, a lanciare un disperato appello alle imprese: «La stagione del Pnrr è irripetibile - aveva detto -. È l’occasione di grande lavoro per le imprese locali, che devono farsi trovare pronte».
Sono molti i lavori legati al Pnrr che stanno venendo avanti, per milioni di euro, ma il rischio è che il mondo del lavoro bellunese non riesca trarne profitto. Ci saranno da fare più riflessione su questo incredibile scontro tra chi non dice non starci dentro e chi invece si permette anche ribassi.
«Sono anni che viene chiesta una revisione dei prezzi - aveva detto Fabio Zatta, presidente degli Edili di Conartigianato Belluno -. Se le gare del Pnrr andranno deserte, forse è l’occasione buona per definire una volta per tutte un prezziario in linea con i costi reali dei cantieri. In questo momento le nostre imprese devono fare i conti con aumenti spropositati dei costi e non possono permettersi di lavorare in perdita. Non possono fare da banca, dato che i pagamenti avvengono successivamente. Se verranno perse le occasioni del Pnrr, non sarà certo colpa delle aziende edili, che anzi sono pronte a lavorare, ma non tutte a condizioni di riserve e revisioni in corso d’opera. Senza contare i tempi stretti per certi interventi».
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Il Gazzettino