Libri inzuppati dall'acqua alta donati alla scuola, ma il liceo li rifiuta: «Riprendeteli»

Libri inzuppati dall'acqua alta donati alla scuola, ma il liceo li rifiuta: «Riprendeteli»
VENEZIA - È braccio di ferro sui libri del liceo classico artistico e musicale veneziano Marco Polo. La faccenda, che risale a cinque anni fa, si è riaccesa con la...

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VENEZIA - È braccio di ferro sui libri del liceo classico artistico e musicale veneziano Marco Polo. La faccenda, che risale a cinque anni fa, si è riaccesa con la recente acqua alta eccezionale del 12 novembre scorso, quando circa 4mila libri donati dalla famiglia Todesca sono in parte finiti inzuppati e rovinati. La marea che aveva colpito gli occhi di tutto il mondo è entrata anche all'interno dell'edificio scolastico, creando danni anche ai testi. Da un lato quindi c'è la famiglia lagunare, il cui erede Tommaso ha effettuato un lascito della biblioteca dei genitori, amanti della cultura e della musica, all'istituto. 


LA VOLONTÀ DEI GENITORI
Su precisa volontà dei genitori, Tommaso e i fratelli avevano stabilito che un'opportuna destinazione per quei testi sarebbe potuta essere la scuola. Dall'altro però c'è l'istituto stesso, che disconosce formalmente la donazione, in quanto non vi è mai stato un vero e proprio atto, sebbene siano stati timbrati e accolti da parte di un'addetta. E così, i libri senza padrone rischiano l'abbandono e in parte di diventare irreparabilmente danneggiati proprio per l'acqua alta eccezionale. Tutto è cominciato il 16 giugno 2015, quando il liceo ha accolto il lascito, sistemandolo all'interno della struttura, prima in soffitta e poi al piano terra. Proprio su quest'ultima destinazione era anche intervenuto una settimana fa Vittorio Sgarbi, bollando l'azione come: «Idiozia a cui non si sa come rispondere. È un crimine trattare così una donazione». È altrettanto vero però che più volte le dirigenze che si sono susseguite alla guida del liceo veneziano avessero invitato la famiglia a riprendersi i volumi. L'ultima puntata della vicenda risale a ieri, quando è stato diffuso il verbale del Consiglio d'istituto avvenuto il 17 novembre scorso. 

L'INVITO

All'interno emerge come la dirigenza inviti la famiglia Todesca a riprendersi i testi, entro e non oltre il 25 gennaio prossimo, a proprie spese. Una volta liberato il locale, questo sarà sanificato perché l'acqua, avendo intaccato alcuni libri, rischia di produrre muffe e agenti allergizzanti. Il Consiglio ha ripercorso le tappe della vicenda, spiegando come la donazione sia nulla in quanto carente di un atto formale. Da cui ne consegue come non vi sia mai stata una accettazione da parte dell'istituto perché il personale che l'ha fatto non era titolato a svolgerlo. E il timbro apposto è stato definito improprio in quanto: «Intestato al Liceo Ginnasio Statale M. Polo, istituzione venuta a cessare nell'anno scolastico 1996-97». Oltre a ciò, per la scuola risulta che la famiglia volesse liberarsi dei libri per sgomberare la casa, riportando una dichiarazione da parte di una persona interessata. Ancora incredulo Todesca, che già in passato aveva affermato: «Non abbiamo portato a scuola veleno per topi, ma libri». L'uomo tiene a precisare: che: «L'appartamento non è stato abbandonato precipitosamente a causa di uno sfratto, come impropriamente riportato nella delibera, bensì per la necessità di trasferimento di mio padre, rimasto da solo in quel grande appartamento. Pare grottesco pretendere che il donatore sia responsabile della imperizia di un istituto che rinnega la correttezza delle sue stesse azioni, posto che tale persona era stata incaricata dalla stessa dirigente a procedere in tal modo. Rimane il fatto che i libri sono stati tutti timbrati dall'istituto con cui viene certificata inequivocabilmente la loro presa in carico che di per sé rappresenta responsabilità di custodia e di cura del bene. Se l'istituto vuole oggi rendere tale donazione è tenuta a farlo nelle condizioni e col valore con cui le è stata consegnata e libera da timbrature che ne marchiano a vita l'appartenenza». Da ultimo Todesca precisa le responsabilità della scuola e «rinnovo la richiesta di un colloquio in una data utile ad utilizzare il termine del 30 gennaio, termine per la presentazione della domanda di indennizzo per danni», che, sebbene di difficile stima, per ora secondo la famiglia possono arrivare a 15-20mila euro.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino