OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
VENEZIA - A quella gatta dallo sguardo arguto e penetrante, che amava osservare i movimenti della clientela posizionandosi accanto alla cassa, Annamaria Schiavo, in arte Annie C’est Moi, ha voluto restituire parte di quanto ricevuto in dono quando Tigre era ancora in vita. E lo ha fatto attraverso un dipinto che raffigura l’animale con precisione, imprimendo sulla carta quei dettagli che ne caratterizzavano manto, muso e atteggiamento. Perché, nonostante Tigre – la vera mascotte della libreria “Acqua alta” – sia morta qualche settimana fa a 17 anni, a causa di un tumore al sangue che l’ha via via indebolita, la memoria dei loro primi incontri porta con sé la consapevolezza di come dalle situazioni apparentemente senza via d’uscita ci si possa salvare.
Il ritratto di Tigre
In quel disegno realizzato da Annie non appena venuta a sapere che la “guardiana” di Acqua alta non c’era più, è infatti racchiuso il ricordo ormai lontano di un periodo complicato.
«Dopo aver iniziato a ritrarre me stessa – continua – l’ho fatto con le persone che mi circondano, delle quali descrivo le anime attraverso i colori, inserendole in illustrazioni fiabesche. Cerco di riprodurre fedelmente la verità che leggo negli occhi di ognuno. Nei miei lavori è immancabile poi la presenza degli animali». Proprio come Tigre, il cui dipinto – donato ieri mattina alla libreria veneziana – è stato realizzato con tecnica mista su carta acquerellabile, sulla base di una vecchia fotografia. E raffigurandola in mezzo a quei libri tra i quali trascorreva intere giornate, tra un buffetto e l’altro dei clienti provenienti da ogni dove. «Dopo essermi sentita con uno dei dipendenti e con il titolare Lino Frizzo, ho capito che il quadro, che inizialmente avevo realizzato per me stessa e completato da una cornice recuperata da un’altra libreria, sarebbe stato giusto farlo avere ad Acqua alta». Per riempire parte di quel vuoto lasciato dalla decana di un luogo amatissimo ed unico in città dove, tra le centinaia di volumi sfogliati, da oggi residenti e turisti potranno scorgere di nuovo il musetto inconfondibile di Tigre. «D’altronde farla rivivere in mezzo ai “suoi” libri era proprio quello che volevo. Il vero motivo per cui ho realizzato questo dipinto».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino