PORDENONE - A pochi giorni dalla ripartenza della scuola, Carlo Bolzonello, responsabile della Direzione sanitaria dell’Asfo, spiega cosa potrà accadere nelle scuole...
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LE REGOLE
Ad oggi non si sa chi e quando andrà in quarantena. «Ci sono state tante polemiche, ricordo nel mese di marzo che si chiedeva di fare a tutti il tampone. Le malattie infettive non si gestiscono con una semplice check list, è necessario mappare il territorio e prendere decisioni molto forti che limitano la libertà personale. Ci prenderemo carico di tutti i casi che si verificheranno. Non prenderemo mai in analisi il singolo, ma la comunità. Ogni caso è a sé perché si deve valutare cosa sta accadendo sul territorio, per questo ci deve essere ad esempio segnalato se a scuola si verifica il 40% di assenze». La mascherina dovrà essere chirurgica o di tela? «Diamo indicazioni in assenza di una norma, se in questo momento è possibile andare nei locali con la mascherina, non si capisce perché non si possa fare lo stesso a scuola. È importante che sia presente qualsiasi tipo di mascherina che blocca il droplet, le famose goccioline. Ma siccome siamo abituati a tutto, può essere che la ministra provveda alla fornitura quotidiana di mascherine chirurgiche. L’importante è la copertura di naso e bocca».
TIMORI
Possiamo affrontare l’anno scolastico in modo tranquillo? «Penso che tutti abbiamo imparato tanto, non ci comportiamo più come a febbraio, lo confermano i numeri di chi è rientrato da posti di vacanza a rischio, lo confermano i nostri sanitari che hanno preso la positività fuori dall’ambiente lavorativo e non hanno contagiato altri in ospedale. I positivi continueranno ad esserci, ma un positivo non infetta chi ha la mascherina. Perciò mi sento di rassicurare una comunità dove ognuno fa responsabilmente la propria parte». Responsabile è anche chi si vaccina con l’antinfluenzale? «È importantissimo in primis per i bambini sotto i sei anni e per chi ha superato i 60 anni, ma si caldeggia il vaccino per tutti in particolare i lavoratori». Con oltre 37.5 non si potrà andare a scuola, ma in caso di raffreddore e tosse secca? «È bene confrontarsi con il pediatra o il medico di base». La preoccupazione riguarda i disabili delle scuole e il personale di sostegno. C’è chi non può tenere la mascherina. «Da tre mesi i centri disabili del territorio stanno funzionando e la situazione ragionevolmente è sotto controllo. Abbiamo firmato i piani Covid e i risultati sono soddisfacenti. I protocolli da adottare sono chiari». Molti docenti, secondo lei, si rifiuteranno di entrare in classe? «Non prevedo molti lavoratori fragili nella scuola, il tipo di occupazione non cambia rispetto a prima. Il medico competente dovrà fare una valutazione su documentazioni sanitarie pregresse e accertate. Ora c’è un decreto specifico in merito». La campanella è anche il suono della normalità? «Dovremo ritornare alla vita normale, imparando a convivere con il Covid, c’è voglia di riprendere e siamo più informati e consapevoli, è opportuno che la comunità rispetti le regole. Stiamo lavorando da maggio i protocolli sono stati sperimentati sui punti verdi, sulle scuole paritarie. Abbiamo fatto verifiche su 200 centri estivi, durante l’anno faremo continui sopralluoghi nelle scuole». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino