La lettera d'amore e di pace del soldato Angelo arriva cent'anni dopo

Trincee nelle Alpi Giulie nella Prima Guerra Mondiale
ARBA - Le parole del caporale Angelo Costantin sono state lette per la prima volta nella chiesa di Arba a quasi cento anni dalla loro scrittura, che avvenne poco prima della fine...

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ARBA - Le parole del caporale Angelo Costantin sono state lette per la prima volta nella chiesa di Arba a quasi cento anni dalla loro scrittura, che avvenne poco prima della fine della Prima Guerra Mondiale. La cartolina della Croce Rossa che il soldato, prigioniero nel campo di Milowitz, inviò alla giovane fidanzata nel settembre 1918 non pervenne all'amata perché il territorio era, dopo Caporetto, sotto il controllo austro-ungarico. Giunge ora agli eredi grazie all'iniziativa del maestro Gaetano Vinciguerra che, acquisendola dal mercato dei collezionisti assieme ad altre centocinquanta, le sta facendo pervenire ai destinatari perché diventino parte della memoria e dell'identità familiare.


Con la collaborazione di Sergio Rosa e dell'associazione Alpini è stato possibile trovare la famiglia destinataria. Nella messa celebrativa dei Caduti di tutte le guerre si sono uditi i messaggi di pace e le poesie recitate dai bambini della scuola primaria. Il maestro Vinciguerra ha delineato il drammatico problema dei prigionieri italiani della prima guerra mondiale: in centomila morirono di fame per essere stati abbandonati dal governo italiano perché considerati, dopo Caporetto, presunti disertori. A questi la Croce Rossa garantì la corrispondenza. Quella del caporale Costantin si distingue perché lascia trasparire la speranza della pace che il soldato sente imminente.


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Il Gazzettino