Legambiente, le due bandiere nere del Friuli Venezia Giulia. I comuni "puniti": dove sono e perché

Legambiente, le due bandiere nere del Friuli Venezia Giulia. I comuni "puniti": dove sono e perché
Tutte piantate in Friuli le bandiere verdi e nere della Carovana delle Alpi di Legambiente Fvg: le buone pratiche nelle terre alte quest'anno battono le situazioni critiche...

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Tutte piantate in Friuli le bandiere verdi e nere della Carovana delle Alpi di Legambiente Fvg: le buone pratiche nelle terre alte quest'anno battono le situazioni critiche per 5 a 2. Premiati pubbliche amministrazioni e privati. Pollice verso, invece, per due piccoli Comuni di montagna: Clauzetto e Verzegnis. In entrambi i casi per aver autorizzato, o autorizzato quota parte, manufatti che l'associazione ambientalista considera impattanti.


IL QUADRO
Le buone notizie giungono comunque da tutto l'arco alpino friulano, partendo da Poffabro, il borgo più bello d'Italia facente parte del Comune di Frisanco, per finire a Malborghetto-Valbruna, passando per Tolmezzo e scendendo a Resia. In queste piccole realtà, Legambiente ha individuato in privati e pubbliche amministrazioni persone e progetti che stanno lavorando contro il tempo, con impegno e segnali incoraggianti, per invertire il processo che spopola anno dopo anno la montagna. A raccogliere le esperienze sono stati Marco Lepre, presidente di Legambiente Carnia, Val Canale e Canal del Ferro, Mario Gallo del consiglio direttivo di Legambiente Fvg ed Elisa Cozzarini del consiglio direttivo di Legambiente Pn, che ieri hanno illustrato le motivazioni delle bandiere nella sede udinese dell'associazione. «Il ventennale della Carovana è occasione per evidenziare il senso ultimo di questa iniziativa ha esordito Lepre -: agire affinché la montagna sia realtà dove si può e si deve restare e tornare a vivere». Per questo Legambiente Fvg ha fatto un appello «ai parlamentari del Fvg» affinché si facciano parte attiva «per aggiornare, a oltre 50 anni dalla sua promulgazione, la legge nazionale del 1971 Nuove norme per lo sviluppo della montagna». Fu la prima legge che «riconobbe autogoverno e potere di pianificazione alle terre alte», ha spiegato Lepre.


LE STORIE


Intanto c'è quello che costruisce a Poffabrol'immunologa Paola Zaccone con la sua «Friûl cashmere». Insieme a Tatiana Sbaragli ha avviato nel 2020 un allevamento di capre asiatiche da fibra cashmere. L'azienda, premiata perché all'origine di «una filiera sostenibile», favorisce la nascita di una rete di microstalle. La fibra è lavorata in Veneto ed è utilizzata da una bottega artigianale a Udine. L'azienda gestisce anche dei trekking con le capre. Verde è il paesaggio e verde è la bandiera che la Carovana delle Alpi ha lasciato a Malborghetto Valbruna, «per un turismo di qualità radicato nel territorio». Pur dispiegandosi in una valle di transito «con autostrada, ferrovia, gasdotti ed elettrodotti», ha elencato Gallo Malborghetto Valbruna «ha saputo nel corso degli anni utilizzare al meglio le risorse naturali». Verde anche la bandiera di Resia, dove il Comune si è dato come obiettivo lo stop allo spopolamento, attivandosi in una molteplicità di direzioni. Legambiente ha premiato il Piano comunale di ripresa e resilienza. Il Comune «ha realizzato un percorso che ha coinvolto gli abitanti nel disegno futuro della valle». In 77 hanno partecipato ai tavoli tematici dai quali sono scaturiti 40 progetti. Tra questi, oltre la partecipazione al bando Pnrr per i Piccoli borghi, l'intento di avviare un riordino fondiario. Apprezzata da Legambiente, poi, «La vetrina digitale di prossimità» ideata dalla coop Cramars di Tolmezzo e realizzata con il sostegno della Fondazione Friuli. Attivata già in tre piccoli borghi montani, «la vetrina digitale per l'acquisto di prodotti e servizi con i prodotti al banco favorisce la permanenza dei piccoli negozi nella montagna interna». Infine, bandiera verde ai minorenni Tommaso, Matteo e Tommaso della frazione tolmezzina di Betania che, dopo aver partecipato con il paese alla riattivazione di una stradina sterrata divenuta luogo di passeggio e d'incontro per tutta la popolazione, hanno affisso di propria iniziativa a inizio e fine percorso un cartello con scritto: «Vietato l'ingresso alle moto». Due le bandiere nere: al Comune di Verzegnis, che «ha autorizzato il progetto», e al Servizio opere pubbliche della Conca tolmezzina, «autore del procedimento autorizzativo», dell'opera di protezione attorno all'abitato di Pozzis, considerata «sovradimensionata»; al Comune di Clauzetto per aver «autorizzato una struttura privata sul crinale del monte Taiet-Rossa», in «un'area di rilevante interesse faunistico e paesaggistico». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino