Scoppia la guerra nella Lega, Tosi contro Salvini: «Violati gli accordi»

Tosi e Salvini in un freddo abbraccio
VERONA - Sempre più caos nella maggioranza di centrodestra della Regione Veneto, con conseguenti effetti sulla tenuta amministrativa: anche ieri il bilancio di previsione è...

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VERONA - Sempre più caos nella maggioranza di centrodestra della Regione Veneto, con conseguenti effetti sulla tenuta amministrativa: anche ieri il bilancio di previsione è stato stoppato, la prima commissione si è riaggiornata a martedì, ventiquattr’ore prima di portare la manovra in aula, cosa che a questo punto diventa sempre più incerta, tanto che il Ncd ha presentato nuovi emendamenti per correggere i conti.




Il dato di fatto è che i rapporti interni, soprattutto tra Lega e Ncd, continuano a inasprirsi, nonostante le rassicuranti parole del governatore Luca Zaia sul «buon governo» di questi anni. E ad accendere ulteriori fuochi si è aggiunto il segretario veneto della Lega, Flavio Tosi che ieri pomeriggio ha attaccato il "suo" segretario nazionale Matteo Salvini accusandolo di non rispettare i patti. I patti erano che Salvini facesse il segretario del Carroccio e Tosi si occupasse della politica nazionale, invece Salvini si è "allargato". E ad applaudire Tosi sono proprio i centristi, che, stanchi di essere bastonati da Salvini, cominciano a coltivare seriamente l’idea di un terzo polo. Con lo stesso Tosi e pure Corrado Passera.

In ordine cronologico, la giornata si è aperta con Salvini che ai microfoni di Radio Padania ha rimesso in discussione l’accordo raggiunto ad Arcore con Silvio Berlusconi: sulle alleanze - ha detto - «non c'è niente di deciso, anche sul Veneto», dove «Luca Zaia, per i suoi risultati, potrebbe vincere anche da solo: per ora mi sono limitato a dire un no sicuro ad Alfano, come in Emilia Romagna». Straripante: «Chi ci ama ci segua, ora siamo noi a dettare nomi e linea».



Un’ora dopo a Palazzo Balbi tocca al governatore Luca Zaia ripetere che non c’è stato alcun accordo con Berlusconi, che si è solo «iniziato un percorso», che non è vero che decide tutto Salvini («Gli riconosco di non imporre scelte, chiede sempre il parere») salvo specificare che «sarà il segretario» ad annunciare le alleanze «quando e se matureranno», e che comunque sia con Forza Italia che con il Ncd in Veneto c’è «totale sintonia». E il veto di Salvini sugli alfaniani? «È un tema di simbolo, non di persone». Ossia, se il Ncd cambia simbolo si può fare? Zaia annuisce, ma è nel Ncd che storcono il naso. Perfino il governativissimo Carlo Alberto Tesserin si inalbera: «Non siamo mica merce in vendita. Non è che uno può dire non voglio il tuo simbolo ma se lo cambi allora ti accetto». Tanto che per il presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato la partita è già chiusa: «Non è la Lega che non ci vuole, siamo noi dell'Ncd che non vogliamo avere niente a che fare con la Lega di Salvini. Da oggi si chiude un capitolo e nasce un percorso per un terzo polo in Veneto».



Ma le bordate arrivano da Flavio Tosi: «Non parlerei di duello nella Lega, ma di patti disattesi e di parole date ma non mantenute. Mi riferisco ai patti che hanno portato alla quasi unanime candidatura a segretario di Salvini e alla ricostruzione della Lega dopo gli scandali del cerchio magico, accordi che prevedevano autonomia di decisione per ogni Regione sulle proprie alleanze e liste, non un partito 'milanocentrico'». Quanto alla sua assenza al vertice di lunedì in via Bellerio («Avrà avuto impegni suoi», aveva detto Zaia), Tosi scandisce: «Non sono stato invitato».



Facile che nel centrosinistra di Alessandra Moretti gongolino. Ha detto l’omologo di Ruffato in Lombardia, Raffaele Cattaneo, sempre Ncd: «Avevamo dieci punti di vantaggio, la scelta di Salvini farà perdere il Veneto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino