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VENEZIA - Raccontano che il governatore Luca Zaia non l'abbia presa bene. E che anche per i consiglieri regionali non sia stato "simpatico" avere quattro assessori sul palco di Pontida (Calzavara, Corazzari, De Berti, Lanzarin) e tre volutamente giù sul Pratone (Bottacin, Caner, Marcato). Raccontano soprattutto che le parole di Caner siano state lette come un attacco al leader Matteo Salvini e siccome i tre assessori, in quanto tali, sono uomini di Zaia, il messaggio che è passato è che il Veneto sarebbe contro il segretario federale. Interpretazioni esagerate? Amplificate dai media?
Il giorno dopo Pontida 2023, ufficialmente è come se non fosse successo niente: i big veneti della Lega minimizzano lo strappo dei colleghi, i "dissidenti" sostengono di aver ricevuto complimenti dai militanti e nessuna recriminazione dal partito e tutti, a partire da Caner, assicurano che l'obiettivo non è farsi buttare fuori dalla Lega. Difficile, del resto, che si possa arrivare ad espulsioni per essere andati a Pontida senza salire sul palco, anche se la posizione dell'assessore al Turismo e all'Agricoltura tra mancati contributi al partito (dicono debba versare 47mila euro, l'interessato sostiene di essere in regola) e dichiarazioni al vetriolo sulla linea politica e sul partito "nominalistico" (il nome di Salvini «ce l'abbiamo persino sul simbolo, chiedo formalmente di toglierlo», ha dichiarato al Giornale di Vicenza) potrebbe sfociare quantomeno in un declassamento. Che significa non essere candidato più da nessuna parte.
LE REAZIONI
Cosa dicono i big? Se Zaia tace, chi parla minimizza. Il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti: «Bottacin, Caner, Marcato non solo saliti sul palco con noi? Sono scelte che si fanno in base allo stato d'animo, alla situazione, non ci vedo niente di particolarmente problematico».
I DISSIDENTI
E i "dissidenti" che dicono? Bottacin: «Non ho reazioni al riguardo, non mi ha chiamato nessuno». Caner: «Tantissime reazioni positive dei militanti sia per essere andato a Pontida che per quello che ho detto. E non è mi proprio parso che i consiglieri regionali e gli altri assessori si siano irritati con noi perché siamo rimasti giù, così come non è vero che io voglia farmi buttare fuori dalla Lega. Dico quello che penso perché ho ancora la speranza che si possa aprire una fase di discussione interna. E, si badi bene, non ce l'ho con Salvini e neanche con Stefani, non contesto le persone, ma la linea politica». Per Marcato parlano i suoi social: un diluvio di foto dal Pratone di Pontida e commenti incoraggianti: "Non mollare".
L'OPPOSIZIONE
Chi non usa mezzi termini è la capogruppo del Pd: «Frattura non ricomponibile, Zaia non è più il Doge - dice Vanessa Camani -. Difficile pensare che il presidente possa continuare a fare finta di nulla. Messo prima in minoranza dall'ala salviniana nella fase congressuale, sbugiardato sull'accoglienza dei migranti, ora contestato dai suoi assessori a Pontida. Le fibrillazioni interne alla Lega, sommate alle frizioni con Fratelli d'Italia e con la Forza Italia di Tosi, non lasciano presagire nulla di buono».
Oggi a Palazzo Balbi seduta di giunta. Cosa c'è da aspettarsi? Per i bookmaker, nulla.
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Il Gazzettino