Mancano i lavoratori stagionali negli hotel: «Meglio il reddito di cittadinanza o la cassa integrazione»

Mancano i lavoratori stagionali negli hotel (Foto di Photo Mix da Pixabay)
BELLUNO - A caccia di lavoratori stagionali che, pare, sia difficoltoso trovare. Ma i nostri alberghi ne hanno bisogno per riaprire offrendo qualità e sorriso accogliente....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

BELLUNO - A caccia di lavoratori stagionali che, pare, sia difficoltoso trovare. Ma i nostri alberghi ne hanno bisogno per riaprire offrendo qualità e sorriso accogliente. C'è voglia di ripartenza, di aprire i balconi e mettere i gerani. AAA.Camerieri cercansi, quindi. Ai tavoli, in sala. Per Paolo Doglioni, presidente di Confcommercio Belluno, la questione non riguarda solo la ristorazione, ma si allarga a tutto il mondo del lavoro. Dai muratori agli addetti ai servizi sanitari: «Gli stagionali arrivano per lo più da fuori provincia, non vengono qui perché, magari, trovano più facile percepire il reddito di cittadinanza o stare in cassa integrazione o fruire di altre forme di previdenza», Doglioni va giù senza giri di parole.

Eppure è la legge a prevedere i sussidi: «Giusto aiutare chi ha bisogno e chi non trova una occupazione. Ma è un dato di fatto che non va bene sovvenzionare chi lavora nell'orto e si mette a posto la casa perché non ha voglia di essere occupato in certi lavori che gradisce. In nome della libertà, magari: perché si vuole essere liberi il sabato e la domenica».

Al mare arrivano i turisti, ma mancano bagnini e personale che parli tedesco

La situazione mette in difficoltà il sistema turistico-ricettivo. «Meglio affidarsi ai sussidi, che sono cosa buona afferma il presidente - ma come il sale va messo nella giusta misura». Doglioni non propone la soluzione «Io non sono un politico, non ho la ricetta, ma sono certo che per ridare fiato all'economia, dopo la pandemia, serve fatica, sudore, sangue. L'obiettivo della ripresa si raggiunge, insomma, con il lavoro, anche quello che non piace. Non bisogna aspettare che arrivi il lavoro che si sogna. Ecco che accade che, nell'attesa, uno se le inventa tutte. Passando attraverso un assistenzialismo non giustificato». Ripete il suo pensiero Doglioni, pensando anche ai Paesi europei che ci controllano: «L'Europa ci osserva. Proprio per questo servono paletti, mettendo un freno alle disoccupazioni non giustificate. Non possiamo permetterci di mostrare un'Italia sovvenzionata». Quasi un ritornello per il presidente che parte da sue esperienze sul campo, ponendo un divisorio netto tra bellunesi e chi viene da fuori provincia, o dall'estero, per un impiego: «In provincia di Belluno, per chi vuole lavorare, non c'è il pericolo di rimanere disoccupato. La disoccupazione non esiste, o è molto bassa è la premessa - da generazione i bellunesi sono abituati a lavorare sodo, andando anche via dalla loro terra. Tant'è che abbiamo fatto scuola nell'emigrazione». Per il presidente di Confcommercio manca, a monte, una azione che vada a monitorare il mondo del lavoro. «Anche i licenziamenti, tanto paventati, devono in qualche maniera essere monitorati».

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino