VENEZIA - Burocrazia contro realtà, è ancora una volta scontro. A sollecitare l'ennesima contraddizione è il Decreto Flussi e la quota di 20 permessi (su...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
TANTE DIFFICOLTÁ
Le difficoltà sono tante, al punto che Quaggio si sfoga: «Non sappiamo più come affrontare la situazione, a parole tutti dicono che l'agricoltura è un settore strategico del nostro Paese, ma nei fatti non esistono misure per sostenerlo».
Diverso il discorso di Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto e vice nazionale, che parla di un altro fenomeno: dopo la fuga di cervelli, la fuga delle braccia. «Gli albergatori che mi conoscono mi chiedevano le quote, ma quando i Paesi dell'Est sono diventati comunitari le cose sono cambiate e oggi le quote valgono solo per l'area extra Europa», inizia Michielli: «Massima solidarietà, ma per noi i problemi sono altri. Mancano i lavoratori, ogni hotel del Veneto, ce ne sono 3150, è sotto di almeno una o due figure. Gli italiani non hanno voglia di fare questi lavori, quelli bravi han fatto valigia e sono andati all'estero, dove lavorano dodici mesi. Basta andare alle Canarie e si può parlare tranquillamente dialetto veneto». Questo contribuisce ad uno sviluppo, ma altrove: «I ragazzi fanno mutui lì, si stabiliscono e qui resta solo disperazione. Conosco albergatori che portano i piatti perché non trovano camerieri». Non è un problema economico: «L'ultima figura in un hotel guadagna 1300 euro al mese, spesato di vitto e alloggio, ma oggi si fatica anche a trovare una segretaria. Se poi uno è sveglio, da cameriere con le mance potrebbe guadagnare il doppio». E si ricorre all'Est: «Non è questione di colore della pelle, ma chi viene dall'Est conosce il mestiere e impara la lingua in fretta, c'è bisogno di persone formate». Michielli spiega che il problema è anche il fatto dell'accesso all'informazione: «Non è possibile che trovi l'80% dei lavoratori su Facebook. È indecente. Serve un portale nazionale o regionale che metta in relazione chi vuole lavorare e chi offre lavoro». L'ultima bordata è per il reddito di cittadinanza: «Istiga al sommerso, da Rimini in giù chiedono di lavorare in nero per non perderlo».
Tomaso Borzomì Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino