Padova. Cavalcavia Borgomagno, la corsia per l'Arcella sarà chiusa al traffico per due mesi

Nella notte fra domenica e lunedì comincerà il cantiere per la impermeabilizzazione della parte di carreggiata che passa sopra i binari

Il cavalcavia Borgomagno resterà chiuso 2 mesi
PADOVA - Il cavalcavia Borgomagno è un gigante che però ha bisogno di cure continue. Almeno finchè non sarà abbattuto per costruirne uno nuovo, quando...

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PADOVA - Il cavalcavia Borgomagno è un gigante che però ha bisogno di cure continue. Almeno finchè non sarà abbattuto per costruirne uno nuovo, quando arriverà l'Alta velocità. Così ieri gli assessori Micalizzi e Ragona hanno annunciato che nella notte fra domenica e lunedì comincerà il cantiere per la impermeabilizzazione della parte di carreggiata che passa sopra i binari. Questa circostanza vieterà il traffico dal centro città verso l'Arcella per due mesi. Mentre quello dall'Arcella verso piazza Mazzini continuerà normalmente. Solo il tram potrà continuare a fare le sue corse. Mentre bici e pedoni dovranno seguire i percorsi alternativi. Le auto che arrivano da viale Codalunga invece alla rotatoria alla base del cavalcavia dovranno giare a sinistra e prendere il Sarpi-Dalmazia. Si andrà avanti così per quasi due mesi dal momento che la manutenzione va fatta nella parte sopra i binari. Di giorno non si può lavorare per non interferire con i treni. Lo si può fare solo di notte per tre ore. Dal 27 marzo al 16 aprile ci saranno problemi anche per la parte di via Aspetti sotto il cavalcavia. I lavori costringeranno a un restringimento delle carreggiate.

I costi

«Siamo consci che ormai è un cantiere continuo - dice l'assessore ai lavori Pubblici Andrea Micalizzi - Ma i lavori sono necessari per mantenere in sicurezza la struttura che è molto complessa essendo il risultato di sette infrastrutture sommate nel tempo». Questa parte costerà 900mila euro, ed è la seconda fase dopo quella dell'estate scorsa che è costata altri 900mila. Denaro che sarà sborsato dall'amministrazione come è stato deciso nel Protocollo per la valorizzazione dello scalo ferroviario di Padova firmato nel dicembre del 2019 con ministero ed Rfi e poi doppiato dall'addendum del 2020 che dedica un apposito capitolo alla manutenzione del cavalcavia. La prima parte è stata terminata appena nel settembre scorso con la riapertura della corsia dall'Arcella verso il centro che era interdetta alla circolazione dal 22 agosto. Dall'8 al 14 agosto, invece, lo stop al traffico era scattato nell'altra corsia, quella che unisce viale Codalunga e via Aspetti. Ma già un anno fa era stato istituito il "distanziamento minimo obbligatorio di 70 metri per i veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5". Un provvedimento che riguarda più in generale tutti i mezzi ma che, in particolare, ha avuto delle conseguenze sulle centinaia di autobus che ogni giorno collegano l'Arcella con il resto della città. Molti mezzi, infatti, sono costretti a fermasi ai piedi del cavalcavia in attesa del loro turno di attraversamento. Sempre per non gravare eccessivamente sulla struttura, il peso massimo dei mezzi che possono attraversare il Borgomagno scende da 13,5 a 12 tonnellate. Questo fatta eccezione per i mezzi del trasporto pubblico. Sono tutte fasi necessarie prima dell'abbattimento del vecchio ponte e la ricostruzione di uno nuovo appena spostato verso ovest cioè dalla parte di Vicenza da parte di Italferr delle ferrovie dello Stato. Questo perchè i nuovi binari dell'Alta velocità che arriveranno nella parte più a nord verso l'Arcella dovranno avere una distanza maggiore dalla luce del ponte.

Percorsi alternativi

«L'intervento durerà circa due mesi e verrà realizzato sulla parte del cavalcavia verso la stazione e la chiusura interesserà anche la ciclopedonale. Creeremo dei percorsi alternativi per bici e pedoni - continua l'assessore Ragona - perchè sono migliaia le persone che ci salgono ogni giorno. Sarà chiusa al traffico veicolare la corsia che dal centro va verso l'Arcella, per tram e autobus proseguirà il normale servizio mentre il disagio maggiore purtroppo riguarderà proprio ciclisti e pedoni». 

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Il Gazzettino