Laureato in ingegneria a 35 anni diventa prete: «Così voglio aiutare le persone e la comunità»

Ingegnere si fa prete. Davide Ciucevich dal suo profilo fb.
PADOVA - Dopo l'università, laureatosi in ingegneria civile, ha lavorato per un anno. Ma ha capito che non era quella la sua strada. Davide Ciucevich, 35 anni, il 28...

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PADOVA - Dopo l'università, laureatosi in ingegneria civile, ha lavorato per un anno. Ma ha capito che non era quella la sua strada. Davide Ciucevich, 35 anni, il 28 maggio sarà ordinato prete. Una svolta, un cambio di vita radicale nato da anni di riflessioni. «È stata una scelta maturata negli anni - dice -. Una chiamata che via via, anche nei momenti di svolta della mia vita, si faceva sempre più forte e non potevo fare finta di niente».

Allora è entrato in seminario?
«Sì, il percorso al seminario mi ha permesso innanzitutto di verificare ciò che sentivo e poi di riflettere ulteriormente, approfondire i segni della chiamata».

Perché ha deciso di diventare prete?
«Per aiutare le persone a incontrare il Signore. In questa scelta vedo la pienezza della vita, prestare il mio aiuto perché altri riescano a sviluppare la fede».

Non è una decisione comune tra i trentenni.
«È un tempo diverso rispetto a quanto accadeva una volta».

Ha qualche preoccupazione in relazione a questa decisione?
«Per i tempi attuali ci sono delle difficoltà che sarebbe ingenuo nascondere. Ogni tempo ha le sue fatiche. Però c'è qualcosa che mi rassicura: la nostra la Chiesa è di Dio e non mancherà di fare la sua parte. Questo dà una certa serenità».

Qual è il ruolo del prete oggi, secondo lei?
«Mi piace pensare che il prete favorisca l'incontro tra Dio e le persone e lo faccia stando tra la gente, nella sua comunità. Penso che il parroco debba accompagnare la comunità standole vicino, restando dentro di essa e non dal di fuori».

Perché secondo lei c'è un numero inferiore di preti ma anche di fedeli?
«A volte c'è un po' di nostalgia per un passato che consideriamo migliore ma, come dicevo, ogni tempo ha le sue fatiche. Forse si fa più difficoltà a sentirsi comunità, la Chiesa sembra essere in minoranza rispetto al resto della società. Ogni scelta definitiva comporta dei momenti difficili».

Come vede il futuro?
«Vedo tante domande nel futuro e non per tutte ci sarà una risposta. Questo può spaventare all'inizio ma credo che l'ordinazione possa essere lo spazio in cui Dio può lavorare».

Quando sarà ordinato prete?
«L'ordinazione avverrà sabato 28 maggio alle 16 in Cattedrale. Siamo sei in tutto quel giorno ad essere ordinati».

Prima di diventare diacono cosa faceva?


«Mi sono laureato in Ingegneria civile. Ho lavorato alcuni mesi all'interno dell'università grazie a una borsa di studio e poi per un'azienda privata. Ma ho capito che la mia via era un'altra. Dopo un anno ho deciso di entrare al Seminario maggiore che dura sei anni. Sono stati anni di studio intenso, di riflessione. Ci sono diverse strade che si possono prendere per servire il Signore, non solo quella del prete. Però credo che per me sia quella giusta, sento che in questo modo posso servirlo al meglio».
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Il Gazzettino