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PADOVA - Sfida a due per la guida del Partito Democratico del Veneto. Andrea Martella, 53 anni, veneziano ex sottosegretario all'Editoria, ha sciolto le riserve e accettato la candidatura a segretario regionale del Pd. Ma la sua non sarà una candidatura unitaria, benché voluta e sostenuta da tutte le componenti del partito. Ieri, infatti, si è fatta avanti la trevigiana Laura Puppato, 64 anni, imprenditrice nel settore assicurativo-finanziario, già sindaco di Montebelluna, già consigliera regionale, già senatrice. «La documentazione che ci ha presentato è in regola, le firme sono sufficienti», ha detto Annamaria Miraglia, presidente della commissione congresso, che ieri, nella sede del partito a Padova in via Beato Pellegrino, ha preso atto delle 357 firme raccolte «in pochi giorni». Con Puppato, a illustrare ai cronisti le ragioni di questa discesa in campo, il padovano Enzo De Biasi («Neoiscritto al Pd»), la mestrina Mariangela Rossini, il trevigiano Francesco Marchesini, le padovane Loretta Pasquato e Rossella Dalla Stella.
L'ACCUSA
Durissimo l'attacco a Martella, accusato di essere uomo di apparato, espressione della nomenklatura, una candidatura decisa a tavolino dai maggiorenti del Pd: «Tra l'altro viene pagato dal partito, consulente del ministro suo capocorrente, e ha fatto quattro legislature. Come farà a fare il lavoro che serve al Pd veneto? Ce lo spiegherà». Ancora: «È una cosa suicida prendere le decisioni in riunioni al caminetto». Puppato al contrario si è presentata come espressione della base («Io penso di assomigliare alla base più che ai dirigenti»), capace di determinare addirittura nuove iscrizioni al partito pur di votarla: «Sembrava non si aspettasse altro. Serve un cambio di passo totale, credo che la stagione dei lunghi silenzi e dei dotti interventi debba concludersi».
Puppato ha presentato un programma che contempla tra l'altro l'utilizzo della sede del partito («Porte aperte»), la richiesta al nazionale di avere almeno il 50% della quota del 2 per mille dell'Irpef devoluta dai contribuenti militanti («Perché noi ci avvaliamo di volontari, ma fare politica costa»), la rinuncia personale a qualsiasi incarico elettivo per i prossimi 3-4 anni. «Mi candido a fare l'allenatore del Pd veneto e l'allenatore di una squadra non può fare anche l'attaccante o il portiere. Significa - ha detto - che mi tiro fuori da qualsiasi ruolo per i prossimi tre, quattro anni». Significa, ha aggiunto De Biasi, che la candidatura di Laura Puppato a guidare il Pd non sarà un mezzo per passare poi al Parlamento italiano o a Bruxelles. «E ho anche rinunciato al vitalizio», ha aggiunto Puppato.
«Mi candido a fare il segretario con empatia e impegno, con chiarezza di obiettivi autenticamente avanzati ed europei - ha scritto nella lettera di intenti - restando fuori dai giochi e dedicando il mio tempo a questi esclusivi scopi, creare un coro di voci alternative al monologo asfittico che in Regione Veneto.
Il Gazzettino