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TREVISO - Il rischio - sempre più concreto, se la situazione non si sbloccherà a breve - è che nelle prossime settimane sui banchi dei negozi della Marca comincino a scarseggiare formaggi e altri prodotti caseari. Effetto della crescente carenza di latte, a sua volta figlia dell'insufficiente produzione nazionale e della riduzione delle importazioni dall'estero. E il quadro è tutt'altro che roseo anche per grano e farine (complice la guerra in Ucraina) e alcune pezzature di carne. A rilanciare l'allarme è Riccardo Zanchetta, presidente provinciale di Fida Confcommercio, la categoria che riunisce i dettaglianti del settore alimentare. «Alcune materie prime stanno già mancando. Nel settore caseario, per esempio, sta iniziando a mancare il latte e alcune grandi catene di gelaterie o caseifici anche rinomati, quest'estate, faranno fatica a garantire gli approvvigionamenti», conferma Zanchetta, titolare insieme alla famiglia di un caseificio artigianale e di un punto vendita a Casale sul Sile.
IL QUADRO
Da inizio anno, i prezzi degli elementi base caseari sono rincarati del 40%, ma la corsa continua ad accelerare e da qui ai prossimi mesi si prevede un aumento almeno di un ulteriore 20%.
LA PROPOSTA
Il monito è stato ribadito anche giovedì sera, in occasione di un evento speciale promosso proprio dal gruppo trevigiano di Fida Confcommercio: una visita lezione alla mostra sulle tradizioni degli italiani a tavola al museo M9 di Mestre. Zanchetta sottolinea l'urgenza di rafforzare la deglobalizzazione: «Per nostra fortuna noi, rappresentanti del piccolo commercio di vicinato, già in tempi non sospetti abbiamo lavorato sulla cultura della filiera corta e del km zero. Stalle locali, contatti diretti con agricoltori, mulini locali, rapporti solidi coi fornitori così da ridurre i rischi, garantire la qualità e assicurare la tenuta dei prodotti nei nostri negozi. Che siano piccoli o medi, sono l'ossatura dei nostri paesi, città e quartieri e ora sono i consumatori stessi a rendersene conto e la spesa sotto casa è un'abitudine della pandemia che ora resta». Il presidente sollecita l'intervento delle istituzioni, con tavoli regionali e nazionali, per avviare non solo sostegni economici, quanto piuttosto una valorizzane delle produzioni e dei produttori alimentari locali. «Pur nella fusione delle tendenze, nelle evoluzioni del gusto che contraddistinguono soprattutto i giovani e che mescolano le generazioni - conclude -, il cibo tradizionale italiano, rafforzato dalle tradizioni regionali, resiste anche per il valore emotivo che ha. La tavola unisce sempre».
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Il Gazzettino