Ex promotore finanziario latitante catturato: "tradito" dalla sorella

Ex promotore finanziario latitante catturato: "tradito" dalla sorella
CASTELFRANCO - Per un mese ha fatto perdere completamente le sue tracce. A casa non si è più fatto vedere e, invece di spostarsi in macchina, o almeno con la sua...

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CASTELFRANCO - Per un mese ha fatto perdere completamente le sue tracce. A casa non si è più fatto vedere e, invece di spostarsi in macchina, o almeno con la sua macchina, ha cominciato a usare i mezzi pubblici. La latitanza di Sergio Bonesso, 58enne ex sedicente promotore finanziario (ma a quanto pare anche ex sedicente prete o qualsiasi cosa gli venisse in mente per creare un raggiro ad hoc), si è interrotta lunedì quando è stato intercettato dai carabinieri di Castelfranco davanti alla porta di casa della sorella, in quel di Paese. L'uomo doveva scontare una pena di un anno di carcere, diventata esecutiva, per truffa e insolvenza fraudolenta. Era infatti accusato di aver truffato diversi clienti che a cavallo del 2009 e del 2011 gli avevano affidato i loro risparmi per degli investimenti. Investimenti che non sono mai stati fatti.

 
INTROVABILE
La residenza formale di Bonesso era nel Montebellunese. Ma ormai era diventato di fatto senza fissa dimora visto che, da un mese a questa parte, per evitare le forze dell'ordine non vi si era più avvicinato. Sapeva che la sentenza di condanna emessa nei suoi confronti dal tribunale era passato in giudicato. E quindi sapeva pure che i carabinieri del nucleo radiomobile lo stavano braccando. Così ha fatto di tutto per non farsi trovare. Come faceva? Si appoggiava a una rete di amicizie e conoscenze che, sospettano i militari dell'Arma, lo avrebbero aiutato, anche inconsapevolmente. Oltre a ciò il 58enne, in passato protagonista di truffe in serie messe a segno millantando ciò che non era, ovvero un broker assicurativo capace di far fruttare i risparmi della gente, aveva cambiato tutte le sue abitudini. Niente macchina, niente bar e ristoranti frequentati fino al giorno prima, spostamenti limitati al massimo e sempre, o quasi, utilizzando mezzi pubblici. I militari dell'Arma, inoltre, sospettano che nonostante lo stato di latitanza il 58enne stesse continuando nelle sue attività poco trasparenti. 

DEPISTAGGI
Quando si sono messi a cercarlo infatti gli uomini in divisa si sono trovati in serie difficoltà. Dovevano consegnargli l'ordine di carcerazione ma il 58enne continuava a spostarsi a cavallo tra le province di Treviso e Venezia proprio per evitare di incappare nei militari dell'Arma in borghese. Gli investigatori si sono quindi dovuti concentrare sui familiari, sugli amici e sui conoscenti di Bonesso. Non c'era altro modo per scovarlo. E alcuni di questi, a quanto pare, avrebbero aiutato il 58enne nel suo tentativo di sottrarsi alla giustizia. Resta da capire se sapessero che era in fuga o se, come probabile, non fossero a conoscenza della sentenza di condanna.

NELLA RETE
Lunedì scorso però le ricerche dei militari sono finite. Bonesso aveva dato appuntamento alla sorella: si dovevano vedere per pranzo. E l'informazione è arrivata ai carabinieri che si sono messi ad aspettarlo, nascosti a dovere per non rovinargli la sorpresa. E così quando il 58enne ha raggiunto l'abitazione della familiare con la quale doveva pranzare, si è trovato davanti gli uomini in divisa. Fuga finita.

LE MANETTE

Quando l'uomo è arrivato, intorno a mezzogiorno, a piedi, è stato immediatamente bloccato dai carabinieri che gli hanno messo le manette ai polsi concludendo così questo mese e poco più di latitanza. Poi l'hanno condotto in carcere a Santa Bona a Treviso per scontare la sua pena. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino