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CONEGLIANO - Ieri la casa di Angelo Fregolent, proprietario della Lancia Fulvia diventata oggetto di attenzione dei media nazionali, era un viavai continuo di giornalisti di testate e di emittenti. La notizia dell'auto ferma da quarant'anni non poteva passare inosservata. Assieme al polverone mediatico che si è sollevato c'erano anche voci di una possibile rimozione del veicolo, mal comandante della polizia locale Claudio Mallamace chiarisce: «L'auto di cui parliamo è stata, in passato oggetto di considerazioni e riflessioni sul modo in cui doveva essere gestita; eravamo sul pezzo per trovare una soluzione. Adesso è tutto fermo, ma la questione relativa alla Lancia Fulvia andrà affrontata non appena si insedierà la nuova amministrazione».
IL PROBLEMA
Il fatto è che i quattro parcheggi nel breve tratto di via Zamboni dove si trova la Fulvia verranno eliminati e spostati in un luogo da destinarsi. «La strada è molto trafficata - spiega Mallamace - e i parcheggi, come sono sistemati ora, consentono solo il parcheggio con due ruote sul marciapiede e le altre due sulla carreggiata.
IL PROPRIETARIO
Angelo Fregolent ieri era particolarmente felice di tutta l'attenzione che è stata dedicata alla sua vettura e non gli dispiacerebbe la soluzione prospettata dal comandante: «Certo che sarei contento di vederla valorizzata come merita» afferma il 94enne, lucido nei ragionamenti, con un buonissimo udito e con una vista che gli permette di leggere senza occhiali. «È affezionato a quella macchina come fosse una seconda moglie - scherza la coniuge Bertilla Modolo, dieci anni più giovane - L'importante per lui è che non venga trattata come un rudere. Certo, ha bisogno di essere presa per mano e rimessa a posto, resta comunque un'auto d'epoca che potrebbe interessare a qualche collezionista. A mio marito preme solo che sia qualcuno che ne apprezzi il valore sentimentale e che le dia la giusta collocazione». «Siamo disponibili a tutte le soluzioni possibili - ribadisce Angelo - Anche a cedere parte della proprietà dove creare parcheggi che consentano il flusso normale dei pedoni. Io sono disponibile a ogni soluzione che valorizzi questo piccolo borgo dove prima c'erano un bar e la nostra edicola con il tabacchino. Il bar non c'è più e noi abbiamo chiuso due anni fa quando mi sono infortunato a seguito di una caduta. I simboli del quartiere erano due; la Lancia Fulvia e il vecchio pioppo centenario di fronte all'edicola che ha dovuto essere abbattuto nonostante gli sforzi ed i tentativi di risanarli» Angelo si ricorda anche del giovane Luca Zaia che passava davanti al suo negozio: «Me lo ricordo bene, perché si fermava ad acquistare dei toscanelli alla menta. Li prendeva solo lui e non poteva certo passare inosservato. Ma era tanti, tanti anni fa».
Il Gazzettino