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CONEGLIANO - Doccia fredda sulla Lancia Fulvia diventata ormai un’icona e un simbolo della città del Cima. La ditta che si era presa a cuore l’onere del suo restauro completo ha fatto un passo indietro e senza dare spiegazioni in merito ha dato forfait. Un colpo basso per coloro che da giorni aspettavano trepidanti il ritorno della leggendaria auto d’epoca, divenuta famosa in tutto il mondo per essere rimasta ferma nello stesso parcheggio di via Zamboni per oltre quarant’anni. Tutto lasciava pensare che per Natale potesse essere restituita all’anziana coppia, Angelo Fregolent e la moglie Bertilla, regalandogli così quello che era diventato il loro sogno: rivederla splendente con una nuova verniciatura ed essere infine collocata nel giardino di proprietà dell’Istituto Cerletti.
LO STOP
«Per noi - aveva detto Bertilla- La Lancia è diventata negli anni un oggetto simbolo del nostro matrimonio e della nostra relazione che dura da quasi 60 anni. L’anno prossimo celebreremo questo importante traguardo e sarebbe bello vederla esposta là dove una volta c’era il pioppo secolare. Chi di noi due sopravviverà all’altro potrà guardarla dalla finestra e pensare alla persona amata. Può sembrare assurdo ma anche un’auto può legare le persone in una maniera impensabile» Il dietrofront dell’impresa che si era assunta il compito del restauro non trova spiegazioni se non negli alti costi nel riportare in vita un’auto che è stata immatricolata nel 1970, quando la Lancia era considerata un modello di lusso, all’avanguardia per i tempi.
LA MOSSA
Non tutte le speranze sembrano però svanite. Il comandante della polizia locale, Claudio Mallamace, incaricato da Angelo e Bertilla a seguire le vicende burocratiche e pratiche della Lancia afferma: «A questo punto non resta che lanciare un appello a imprenditori locali e persone di buona volontà per accollarsi il costo di un restauro che definirei “conservativo”.
Il Gazzettino