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CINTO CAOMAGGIORE (VENEZIA) - Dopo aver lanciato nel vuoto la figlia di 5 anni, si è gettato dallo stesso terrazzo per uccidersi. Le ferite riportate nella caduta da circa 4 metri di altezza confermerebbero questa ipotesi: l’uomo, un libero professionista di 43 anni, infatti ha riportato delle lesioni vertebrali ed è tutt’ora ricoverato nel reparto di terapia intensiva nell’ospedale trevigiano di Oderzo, sotto sedazione.
Ieri la convalida dell’arresto da parte della gip Monica Biasutti del tribunale di Poredenone competente per territorio: l’accusa è di tentato omicidio. Per il momento il 43enne resta nella struttura sanitaria, piantonato dai carabinieri che stanno svolgendo le indagini sotto il coordinamento del pm Marco Faion. La bimba è ancora al Ca’ Foncello di Treviso assistita dalla mamma: la piccola ha riportato un trauma cranico, giudicato guaribile in una trentina di giorni, ed è costantemente monitorata dai sanitari. Non ha mai perso conoscenza ed è sempre stata vigile, soccorsa nell’immediatezza dai vicini accorsi per le grida e il trambusto, prima di essere affidata agli operatori del Suem.
IL DRAMMA
Il dramma, del tutto inspiegabile, è avvenuto poco dopo la mezzanotte di venerdì, a Cinto Caomaggiore, piccolo comune veneziano nel Veneto Orientale nella casa in cui il 43enne abita da sette anni. E dove la piccola era arrivata a Capodanno per stare con il papà tutta la settimana. I genitori, che non sono sposati, non vivono insieme in pratica dalla nascita della loro unica figlia, hanno concordato sulla formula dell’affido condiviso, con la massima disponibilità - da quanto ricostruito - da parte di entrambi nell’assecondare le esigenze e le necessità della bambina.
LA DONNA
«Voglio vedere la mia bambina, voglio vedere la mia bambina». Poi è svenuta. Questa la reazione della mamma della piccola quando è stata informata dai carabinieri che l’hanno raggiunta nell’abitazione di Gruaro, poco lontano da Cinto, dove risiede e dove la piccola frequenta la scuola materna.
Ha continuato a ripetere che l’ex compagno non aveva mai dato segni di squilibrio e che se lei avesse avuto anche il minimo sentore che qualcosa non andasse, mai e poi mai gli avrebbe affidato la figlia. La donna non si stacca dal letto dell’ospedale. Giacomo Gasparotto sindaco di Gruaro è in continuo contatto tanto con lei, quanto con i nonni materni.
«La mamma è molto provata - spiega - non riesce a capacitarsi dell’accaduto, ma è molto forte. Vuole stare vicino alla sua bimba che si è resa conto di quello che è capitato e che oltre alle cure mediche, ha bisogno di sentire l’affetto e la vicinanza della persona che l’ha messa al mondo e che l’ha sempre accudita e cresciuta amorevolmente. Ora l’obiettivo è che si rimetta dal punto di vista delle condizioni di salute. Poi servirà comprendere quali azioni intraprendere per farle superare lo choc psicologico. Noi come comunità siamo pronti a fare la nostra parte, anche con i compagni e le compagne dell’asilo che vanno preparati al rientro, mi auguro il più presto possibile, della loro coetanea».
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Il Gazzettino