I ladri depredano i cavi elettrici dei lampioni e lasciano la città al buio

La pista ciclabile per Sarzano: vennero rubati i cavi dei lampioni prima ancora di inaugurarla
ROVIGO I predoni del rame lasciano al buio alcune strade della città: via Marchioni e via delle Comune sono tra queste, le ultime. Da alcuni anni “l’oro...

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ROVIGO I predoni del rame lasciano al buio alcune strade della città: via Marchioni e via delle Comune sono tra queste, le ultime. Da alcuni anni “l’oro rosso” è diventato uno dei metalli più “preziosi” che ci siano non tanto per la sua bellezza, che ancora rimane inferiore al più tradizionale oro, ma per le sue proprietà, la scarsità e di conseguenza il costo.

 
Da anni i ladri si avventano su qualsiasi cosa abbia anche solo tracce di rame, che quindi non sia completamente puro, come grondaie, pentolame e cavi elettrici. Proprio questi sono i più desiderati, perché quelli della pubblica amministrazione sono usati per dare corrente elettrica ai lampioni e spesso è sottratto senza troppi problemi.
Il modus operandi è il seguente: aprono il tombino sotto i lampioni per accedere alle canaline dei cavi, li tranciano e li prelevano per metri e metri. La strada riservata al transito dei soli residenti, via Marchioni ungo l’Adigetto partendo da San Bortolo, viene adoperata come collegamento tra le piste ciclabili lungo l’Adigetto. Un lunghissimo tratto da inizio estate è completamente al buio, proprio a causa di questo furto. Solamente in agosto è stato possibile sostituire il cavo mancante, che nel giro di pochi giorni è stato nuovamente rubato, riportando la situazione a come era precedentemente.
Nelle stesse condizioni è via delle Comune, a Grignano Polesine. Quella strada è divisa in due dalla ferrovia, il tratto al buio è quello vicino al cavalcavia di via Giotto, dove si trovano parecchie abitazioni. Un problema dello stesso tipo si è avuto una ventina di anni fa, quando la Provincia si è accorta che dei centinaia di lampioni ad energia solare installati in varie strade di loro competenza in tutto il Polesine, praticamente nessuno stava più funzionando. In cima al lampione, sopra il punto luce, c’era un piccolo pannello fotovoltaico per dare corrente senza costi. L’accumulatore era contenuto alla base del palo, sistematicamente rimosso da ignoti vandali per poterlo rivendere. Per evitare un salasso economico per rimettere la nuova strumentazione all’intero di ciascun lampione (erano quasi 200), l’ente provinciale decise che non ne valeva nemmeno la pena riparlarli e li mise in funzione con la tradizionale corrente, cedendo quei punti luce ai Comuni in cui si trovavano per liberarsi della spesa di mantenimento.

Per fare un esempio del danno economico procurato a Palazzo Nodari e alla collettività, basti ricordare quanto accaduto con la nuova pista ciclabile di Sarzano. È stata aperta al pubblico in giugno, nonostante fosse completa da mesi, e quando alla prima serata alcuni hanno voluto percorrerla, si sono ritrovati solo l’illuminazione naturale della Luna. Nelle settimane precedenti, infatti, i cavi erano stati rubati e l’amministrazione comunale è dovuta correre ai ripari spendendo ulteriore denaro, ben seimila euro per un tratto lungo circa 600 metri. La speranza è che per i nuovi lampioni, come i 17 in corso d’installazione in via Romana, sia stato messo in campo qualche tipo di stratagemma per rendere quantomeno più difficoltoso il furto dei cavi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino