OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Uno è risultato negativo all'alcoltest mentre per il secondo è impossibile da stabilire se avesse bevuto perché si è rifiutato di sottoporsi alla prova che non é obbligatoria in caso di incidenti nautici. È quanto emerge sui due indagati nell'inchiesta sullo scontro tra barche avvenuto sabato notte a Sal sulla sponda bresciana del Lago di Garda in cui hanno perso la vita un 37enne ed una ragazza di 24 anni. «Abbiamo lasciato la barca al porto e abbiamo continuato la serata perchè nemmeno immaginavamo di aver ucciso due persone. Eravamo convinti di aver colpito un ramo o al massimo uno scoglio» hanno riferito i due turisti tedeschi indagati a piede libero per duplice omicidio colposo e omissione di soccorso.
Incidente sull'A1, autocisterna prende fuoco: 2 morti
Con il loro motoscafo Riva hanno colpito in pieno un gozzo in legno su cui erano a bordo il 37enne Umberto Garzarella e la 25enne Greta Nedrotti travolti mentre erano fermi con i due turisti che non si sono fermati. E che ora sono già tornati in Germania. «Non sono scappati» precisa il loro avvocato Guido Sola che racconta di essere stato lui a dare la notizia ai suoi assistito della morte dei giovani bresciani. «Il rientro a Monaco di Baviera era previsto domenica sera e sono rientrati lunedì dopo essersi messi a completa disposizione degli inquirenti e aver raccontato tutto quello che ricordavano.
Incidente Garda, la sorpresa
Appresa la notizia delle due morti sono rimasti pietrificati.
Le vittime probabilmente stavano dormendo quando il motoscafo è letteralmente planato sulla loro imbarcazione. «Abbiamo visto solo le luci della costa, quella barca non era illuminata» hanno riferito i due indagati al loro avvocato. Il legale nel frattempo ha nominato un consulente che prenderà parte all'autopsia sul corpo dei due ragazzi morti nelle acque del Lago di Garda e disposta dalla Procura di Brescia che ha conferito l'incarico alla Medicina legale degli Spedali civili di Brescia. Primo di una lunga serie di accertamenti che i magistrati vogliono disporre per fare piena luce su quanto accaduto. «Siamo vicini alle famiglie dei due ragazzi» è il messaggio che i due 52enni manager d'azienda a Monaco di Baviera mandano attraverso il loro legale.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino