«Sono un ladro e un adultero» niente espulsione: rischia il taglio delle mani

«Sono un ladro e un adultero» niente espulsione: rischia il taglio delle mani
VENEZIA La legge islamica non fa sconti: cento bastonate per l'adulterio, taglio della mano per il furto. Per questo un migrante scappato dal Mali conta di riottenere la...

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VENEZIA La legge islamica non fa sconti: cento bastonate per l'adulterio, taglio della mano per il furto. Per questo un migrante scappato dal Mali conta di riottenere la protezione internazionale che gli era stata inizialmente concessa dal Tribunale di Venezia e successivamente revocata dalla Corte d'Appello. Con una sentenza appena pubblicata, infatti, la Cassazione ha stabilito che la sua richiesta merita di essere riesaminata, visti i rischi comportati dalla sharia.

LA FUGA Secondo la ricostruzione degli ermellini, la storia di Mohamed comincia nella città di Bamako, nella parte meridionale del Mali, dove l'uomo ha una relazione sentimentale con una donna sposata da cui nasce anche un figlio. Nel frattempo il marito scopre il tradimento e si accorda con i ribelli islamici per applicare la legge sacra nei confronti dell'amante: cento colpi di bastone e il taglio della mano sinistra. Così il giovane fugge prima in Togo e quindi in Libia, da cui però si allontana a causa degli scontri armati in corso nell'area, imbarcandosi in direzione dell'Italia e arrivando fino in Veneto.
I RICORSI Il profugo chiede asilo, ma la commissione territoriale di Verona gli nega la concessione della protezione internazionale e di quella umanitaria. Scatta così il ricorso al Tribunale di Venezia, che invece riconosce la protezione sussidiaria e ritiene accoglibile pure quella umanitaria. A quel punto è il ministero dell'Interno a presentare appello e la Corte lagunare lo accoglie, escludendo il riconoscimento di ogni forma di tutela. I giudici reputano infatti non credibile il racconto dell'immigrato, in relazione alle ragioni per le quali avrebbe deciso di abbandonare il suo Paese, «essenzialmente in quanto il paventato taglio della mano non si applicherebbe al reato di illeciti sessuali, del quale il medesimo potrebbe essere accusato, per avere avuto una relazione con una donna sposata, bensì al reato di furto». Al riguardo il collegio cita le dichiarazioni rese dal maliano richiedente all'udienza del 5 maggio 2016. 
IL CHIARIMENTO Ma proprio in quelle affermazioni, secondo la Cassazione, c'è il chiarimento del giallo: «Da tali dichiarazioni, valutate nella loro interezza, si evince che il richiedente aveva affermato di temere, oltre alle 100 bastonate, anche il taglio della mano, in quanto aveva rubato dei soldi allo zio quando lavorava con lui, nel senso che si era ripreso del denaro che il padre aveva prestato al fratello per far lavorare il figlio, ed aveva deciso di fuggire proprio perché lo zio ed il marito della ragazza avevano dichiarato che era un ladro». Doppia contestazione, quindi, non solo di adulterio ma pure di furto, benché inizialmente quest'ultimo non fosse stato considerato. 

IL RILIEVO Di qui il rilievo mosso da Roma a Venezia: «La Corte non ha dunque considerato un fatto decisivo, vale a dire l'accusa di furto, mossa nei suoi confronti dallo zio e dal marito della donna con la quale aveva intrattenuto la relazione sentimentale, astrattamente compatibile con la pena del taglio del polso». Di conseguenza la Cassazione ha disposto che il caso venga nuovamente valutato da un'altra sezione della Corte d'Appello.


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Il Gazzettino