Ladri ma solo di opere d’arte o di oggetti di antiquariato. Un settore di nicchia ma molto redditizio che aveva permesso a una banda, con base operativa a Montebelluna, di...
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Gli indagati avevano puntato sui tesori d’arte custoditi in ville antiche. Ne avevano già svuotate tre, portandosi via beni per più di 200 mila euro. Ma i carabinieri, seguendo le “briciole” e le immagini lasciate dai banditi, sono arrivati nel deposito della banda, vicino a piazza Negrelli a Montebelluna, dove abita la donna argentina. A quel punto è scattata la perquisizione che ha impegnato 20 militari. E per portare al sicuro le opere d’arte rubate ci sono voluti due camion. Ora verranno riconsegnate ai proprietari.
Ci sono quadri e mobili antichi (anche del ‘700) di grande valore. Alcuni non ancora “identificati”. Serviranno indagini mirate, con l’aiuto del Nucleo tutela artistica, per venire a capo dei tanti misteri. L’indagine è partita a maggio dopo la denuncia di furto presentata da un imprenditore di Asolo, che abita in una villa antica. I carabinieri non hanno fatto in tempo a muovere i primi passi che, in caserma ad Asolo, si sono presentate altre due coppia. «Ci hanno svuotato la villa - hanno detto - portandoci via preziose opere d’arte». Subito è emerso che a colpire, probabilmente di commissione, erano dei professionisti.
Tutti i furti sono stati messi a segno con i proprietari in ferie. C’è così il sospetto che ci possa essere un quarto uomo. Il basista che ha suggerito le date dei colpi e gli oggetti da rubare. Oltre ai mobili e alle tele, i banditi si sono portati via anche elettrodomestici e accessori “Hi-tech” per 7-8 mila euro.
Dopo i primi accertamenti infruttuosi, il luogotenente Patrizio Rebeschini e i militari di Asolo hanno trovato la chiave per individuare i ladri. Dalle immagini delle telecamere private e pubbliche sono emersi particolari decisivi per smascherare i banditi. Durante i colpi, forse a causa del caldo i banditi, hanno tolto i passamontagna, mostrandosi in faccia. Sempre la stessa anche la tecnica per violare i sistemi di sicurezza delle ville n(spray sulle telecamere, e silicone sugli allarmi) ecc.). Piccoli indizi che hanno permesso ai carabinieri di restringere il campo dei sospetti a cinque possibili ladri. Dopo aver messo sotto torchio alcuni informatori, i carabinieri hanno ristretto a tre il numero dei sospettati: le due vecchie conoscenze e la donna argentina (immortalati in una stessa ripresa).
Individuati i responsabili, gli investigatori hanno voluto sapere se la banda aveva un capo, rimasto nell’ombra e acquirenti pronti a mettere mano al portafoglio. Sono così seguiti appostamenti, pedinamenti che hanno permesso l’individuazione del covo, proprio in centro a Montebelluna. Venerdì della scorsa settimana i carabinieri, visto che non emergevano nuove piste , sono passati all’azione. È ottenuto il via libera della magistratura, hanno fatto scattare la perquisizione e il blitz. Hanno poi bussato all’appartamento vicino a piazza Negrelli. Ad aprire è arrivata la 39enne argentina che si è subito resa conto d’essere in trappola.
Entrati i carabinieri si sono trovati di fronte a un vero ben di Dio. Molte opere d’arte in più di quelle che si aspettavano, ma anche argenteria, elettrodomestici e capi d’abbigliamento griffati. Un tesoro da oltre 200mila euro. Ora le indagini proseguono per capire chi siano gli altri derubati. E a chi erano destinate le opere d’arte. I due uomini e la donna sono stati tutti denunciati per furto e ricettazione, ma non è escluso che altri procedimenti possano essere avviati da altre Procure, territorialmente competenti. «Dobbiamo capire la provenienza di alcuni mobili antichi- hanno detto il capitano Alessandro Albiero e il luogotenente Rebeschini-. Dobbiamo anche capire a chi erano destinate le opere trafugate. Potrebbe esserci un vero e proprio commercio di opere d’arte clandestino, con acquirenti di altri paesi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino