Svaligiavano le ville di quadri e antichità, nel covo dei ladri 200mila euro di refurtiva

Martedì 28 Agosto 2018 di Gabriele Zanchin
Una delle opera d'arte recuperate nel covo della banda che svaligiava le ville di Asolo
Ladri ma solo di opere d’arte o di oggetti di antiquariato. Un settore di nicchia ma molto redditizio che aveva permesso a una banda, con base operativa a Montebelluna, di accumulare un tesoro da oltre 200mila euro. Ma quando erano pronti a incassare i proventi dell’attività criminali sono stati smascherati e denunciati dai carabinieri di Asolo e Castelfranco. In trappola, accusati a vario titolo di furto e ricettazione, sono caduti P.F., 40 anni, M.N., 26 anni, entrambi noti e di Montebelluna, e una complice argentina, 39 anni, di Montebelluna.
Gli indagati avevano puntato sui tesori d’arte custoditi in ville antiche. Ne avevano già svuotate tre, portandosi via beni per più di 200 mila euro. Ma i carabinieri, seguendo le “briciole” e le immagini lasciate dai banditi, sono arrivati nel deposito della banda, vicino a piazza Negrelli a Montebelluna, dove abita la donna argentina. A quel punto è scattata la perquisizione che ha impegnato 20 militari. E per portare al sicuro le opere d’arte rubate ci sono voluti due camion. Ora verranno riconsegnate ai proprietari.
 
Ci sono quadri e mobili antichi (anche del ‘700) di grande valore. Alcuni non ancora “identificati”. Serviranno indagini mirate, con l’aiuto del Nucleo tutela artistica, per venire a capo dei tanti misteri. L’indagine è partita a maggio dopo la denuncia di furto presentata da un imprenditore di Asolo, che abita in una villa antica. I carabinieri non hanno fatto in tempo a muovere i primi passi che, in caserma ad Asolo, si sono presentate altre due coppia. «Ci hanno svuotato la villa - hanno detto - portandoci via preziose opere d’arte». Subito è emerso che a colpire, probabilmente di commissione, erano dei professionisti.
Tutti i furti sono stati messi a segno con i proprietari in ferie. C’è così il sospetto che ci possa essere un quarto uomo. Il basista che ha suggerito le date dei colpi e gli oggetti da rubare. Oltre ai mobili e alle tele, i banditi si sono portati via anche elettrodomestici e accessori “Hi-tech” per 7-8 mila euro.
Dopo i primi accertamenti infruttuosi, il luogotenente Patrizio Rebeschini e i militari di Asolo hanno trovato la chiave per individuare i ladri. Dalle immagini delle telecamere private e pubbliche sono emersi particolari decisivi per smascherare i banditi. Durante i colpi, forse a causa del caldo i banditi, hanno tolto i passamontagna, mostrandosi in faccia. Sempre la stessa anche la tecnica per violare i sistemi di sicurezza delle ville n(spray sulle telecamere, e silicone sugli allarmi) ecc.). Piccoli indizi che hanno permesso ai carabinieri di restringere il campo dei sospetti a cinque possibili ladri. Dopo aver messo sotto torchio alcuni informatori, i carabinieri hanno ristretto a tre il numero dei sospettati: le due vecchie conoscenze e la donna argentina (immortalati in una stessa ripresa).
Individuati i responsabili, gli investigatori hanno voluto sapere se la banda aveva un capo, rimasto nell’ombra e acquirenti pronti a mettere mano al portafoglio. Sono così seguiti appostamenti, pedinamenti che hanno permesso l’individuazione del covo, proprio in centro a Montebelluna. Venerdì della scorsa settimana i carabinieri, visto che non emergevano nuove piste , sono passati all’azione. È ottenuto il via libera della magistratura, hanno fatto scattare la perquisizione e il blitz. Hanno poi bussato all’appartamento vicino a piazza Negrelli. Ad aprire è arrivata la 39enne argentina che si è subito resa conto d’essere in trappola.
Entrati i carabinieri si sono trovati di fronte a un vero ben di Dio. Molte opere d’arte in più di quelle che si aspettavano, ma anche argenteria, elettrodomestici e capi d’abbigliamento griffati. Un tesoro da oltre 200mila euro. Ora le indagini proseguono per capire chi siano gli altri derubati. E a chi erano destinate le opere d’arte. I due uomini e la donna sono stati tutti denunciati per furto e ricettazione, ma non è escluso che altri procedimenti possano essere avviati da altre Procure, territorialmente competenti. «Dobbiamo capire la provenienza di alcuni mobili antichi- hanno detto il capitano Alessandro Albiero e il luogotenente Rebeschini-. Dobbiamo anche capire a chi erano destinate le opere trafugate. Potrebbe esserci un vero e proprio commercio di opere d’arte clandestino, con acquirenti di altri paesi».
Ultimo aggiornamento: 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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