Faccia a faccia con i ladri in casa, momenti di terrore a Maerne: «Aiuto, sono in tre»

Un'immagine di via Isonzo a Maerne dove è avvenuto il colpo dei malviventi
MARTELLAGO - Faccia a faccia coi ladri che le ripuliscono casa: l’emergenza continua. La brutta avventura stavolta, alle 18.30 di mercoledì, è toccata a una...

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MARTELLAGO - Faccia a faccia coi ladri che le ripuliscono casa: l’emergenza continua. La brutta avventura stavolta, alle 18.30 di mercoledì, è toccata a una giovane che abita col compagno in un palazzo di via Isonzo a Maerne. Tre predoni sono saliti sulla terrazza del suo appartamento al primo piano, hanno forato la serratura della porta finestra e messo a soqquadro le stanze. Ma la proprietaria è rincasata e, appena entrata, se li è ritrovati davanti. «Aiuto, sono in tre» ha urlato correndo dalla dirimpettaia, che l’ha accolta sbarrando la porta e dando l’allarme: sono accorsi i carabinieri e altri vicini ma la banda è fuggita con un bottino di svariate decine di migliaia di euro in oggetti d’oro, tra cui un prezioso orologio. Nulla però in confronto all’esperienza choc.

Sulla sicurezza continua anche la polemica politica. Tutta la minoranza ha chiarito perché lunedì in consiglio ha lasciato l’aula. «Nella precedente seduta avevamo presentato una mozione che la maggioranza si è rifiutata di discutere per “tardivo invio”, nonostante le mozioni si possano proporre anche seduta stante - spiega l’opposizione - Lunedì l’abbiamo riproposta, chiedendo l’impegno della Giunta su punti concreti, come il regolamento per far funzionare le telecamere, fermo da mesi, e l’estensione del servizio della polizia locale fino alle 22», prolungamento interrotto a ottobre. «Per risposta, e nelle stesse modalità contestateci (è stata inviata pure questa nel tardo pomeriggio), la maggioranza, per non approvare una mozione dell’opposizione ne ha presentata una propria, poco pratica e vaga - prosegue la minoranza - Abbiamo cercato di trovare un accordo sulla nostra togliendo aspetti ritenuti non congrui, ma non c’è stata alcuna disponibilità. E il presidente del consiglio, uscendo dal ruolo super partes, ha cercato di rinviare ancora la discussione per arrivare a un testo condiviso: viceversa avrebbe posto ai voti entrambe le mozioni». 

Un altro rinvio della questione, però, conclude la minoranza, «non era accettabile, ma non potevano neanche prestarci alla doppia votazione: avrebbe significato il perdurare della presa in giro dei cittadini con il “state sereni” e “qualcosa faremo”. Abbiamo votato la nostra mozione regolarmente presentata e ovviamente bocciata, decidendo di lasciare agli altri l’onere e onore di votarsi le loro fumose proposte». 

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Il Gazzettino