L'ambasciatore italiano: «Picchiato e seviziato, mai visto nulla di simile»

L'ambasciatore italiano Maurizio Massari
ROMA - «Questo episodio ci colpisce profondamente e per la sua gravità non può e non deve essere in alcun modo minimizzato. Ma proprio in virtù delle...

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ROMA - «Questo episodio ci colpisce profondamente e per la sua gravità non può e non deve essere in alcun modo minimizzato. Ma proprio in virtù delle relazioni forti, profonde e strutturate che esistono tra Italia ed Egitto, la gestione dell'inchiesta è molto importante e sarà un banco di prova decisivo per questo rapporto di amicizia e fiducia reciproci. Noi siamo interessati al successo e alla stabilità dell'Egitto, ma chiediamo che venga fatta piena luce sulla morte di Giulio». Così nel racconto al Corriere della Sera di Maurizio Massari, ambasciatore in Egitto, il diplomatico che ha potuto vedere in obitorio al Cairo il corpo di Giulio Regeni.


«In trent'anni di carriera - fa sapere Massari - una cosa così non mi era mai capitata, una prova durissima sul piano emotivo e professionale». Allertato fin dal 25 gennaio della scomparsa del ragazzo, l'ambasciatore italiano si attiva con la sua squadra e per giorni si sente ripetere che «ricerche erano in corso ma non vi erano tracce dello studente, la loro versione escludeva categoricamente che Giulio fosse stato fermato o arrestato dalla polizia o da altre forze di sicurezza egiziane». Finché la sera del 3 febbraio arriva in via riservata la notizia della morte del ragazzo. L'ambasciatore apprende dalle sue fonti che il corpo di Giulio è stato portato nell'obitorio di una zona abbastanza centrale della città e decide di andarvi. «Abbiamo semplicemente informato per telefono - è il racconto dell'ambasciatore - le autorità locali che stavamo per recarci all'obitorio. Non c'è stato né divieto, né autorizzazione formale». «Vederlo per me - dice quindi - è stato devastante. Presentava segni evidenti di percosse e torture. Ho notato ferite, ecchimosi e bruciature. Non c'è alcun dubbio che il ragazzo sia stato duramente picchiato e seviziato».
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Il Gazzettino