Il rabbino “scomunica” il Gam Gam: «Quel ristorante non è kòsher»

Il ristorante Gam Gam all'ingresso del Ghetto a Venezia
VENEZIA - «La tradizione ebraica nella sua espressione ortodossa ha tra i suoi capisaldi il principio che la legge dello Stato è legge: pertanto, la partecipazione alla vita...

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VENEZIA - «La tradizione ebraica nella sua espressione ortodossa ha tra i suoi capisaldi il principio che la legge dello Stato è legge: pertanto, la partecipazione alla vita della collettività nazionale impone a qualsiasi ebreo che voglia seguire i dettami della legge ebraica, specie se si fregia del titolo di rabbino, l'obbligo di pagare le tasse».




A dirlo è il rabbino capo della Comunità ebraica di Venezia, Rav Scialom Bahbout. Che, nel commentare l'indagine in corso della Guardia di finanza sul gestore del ristorante kòsher "Gam Gam", accusato di evasione fiscale per un milione e mezzo di euro, precisa che la prima non ha alcuna relazione amministrativa e tanto meno religiosa con il secondo. E che, «in quanto unico autorizzato da anni nella circoscrizione di Venezia a rilasciare certificati di idoneità in materia, e pur fornendo alla sua Comunità una serie di servizi kòsher», l'Ufficio rabbinico non riconosce il ristorante "Gam Gam" come tale.



Nella circostanza, Rav Scialom Bahbout si augura che la verifica delle Fiamme gialle si concluda in una bolla di sapone. Ma ipotizzando per essa tempi lunghi, e preoccupato per il danno d'immagine «già notevole anche per la Comunità ebraica» (che per inciso, ha in libera concorrenza un suo Kosher Restaurant, il Ghimel Garden, estraneo all'accertamento e inaugurata all'inizio dell'estate in campo del Ghetto Novo), ribadisce l'assenza di relazioni con il "Gam Gam", specie per il fatto «che i lettori sono naturalmente portati a non fare alcuna distinzione tra un ristorante kòsher gestito da un rabbino e la Comunità ebraica stessa».

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Il Gazzettino